Ambiente e territorio

Assemblea legislativa: sbloccare i fondi statali per la montagna

Approvata risoluzione proposta dal Pd. “Con questa risoluzione vogliamo sollecitare il tempestivo trasferimento delle risorse statali che sono state assegnate alle aree interne e che sono bloccate da oltre due anni e mezzo”, spiega Barbara Lori. FdI: “Il governo ha già provveduto; la risoluzione è superata”

Trasferire le risorse statali assegnate alle tre nuove Aree Interne dell’Emilia-Romagna, in montagna e nel ferrarese.

L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna ha approvato una risoluzione presentata da Barbara Lori (PD), prima firmataria, e dai consiglieri e dalle consigliere del Partito Democratico: Niccolò Bosi, Alice Parma, Lodovico Albasi, Daniele Valbonesi, Raffaele Donini, Gian Carlo Muzzarelli, Andrea Costa, Luca Sabattini, Matteo Daffadà, Fabrizio Castellari, Emma Petitti, Eleonora Proni, Maria Costi, Anna Fornili, Luca Giovanni Quintavalla, Paolo Calvano, Marcella Zappaterra, Valentina Ancarani, Maria Laura Arduini, Francesca Lucchi, Ludovica Carla Ferrari, Simona Lembi, Elena Carletti, Andrea Massari; dei Civici con De Pascale: Giovanni Gordini; del Movimento 5 Stelle: Lorenzo Casadei; e di Alleanza Verdi Sinistra: Paolo Burani. L’atto d’indirizzo politico, che recepisce tre emendamenti presentati dallo stesso Pd, chiede l’impegno della giunta a sollecitare il governo alla tempestiva approvazione del Piano nazionale SNAI e delle strategie al fine di un tempestivo trasferimento delle risorse statali assegnate e a procedere, nella direzione fin qui seguita, di sostegno allo sviluppo delle aree montane e interne attraverso ulteriori bandi.

“Con una delibera del 2022, per la Strategia Nazionale per le Aree Interne (SNAI), sono stati stanziati 4 milioni di euro, per ognuna delle 3 nuove Aree Interne, per il finanziamento dei servizi di istruzione, socio-sanitari e di mobilità e 300.000 euro aggiuntivi per ciascuna delle quattro Aree pilota per complessivi 13,2 milioni destinati ai territori dell’Emilia-Romagna”, spiega Barbara Lori. “Con questa risoluzione – aggiunge -vogliamo sollecitare il tempestivo trasferimento delle risorse statali che sono state assegnate alle aree interne e che, ahimè, sono bloccate da oltre due anni e mezzo. Parliamo dell’area interna dell’Appennino modenese, dell’area interna dell’Appennino forlivese, dell’area interna dell’Appennino Parma est, che hanno costruito le loro strategie di sviluppo in sintonia con le risorse. A queste, si aggiungono 5 milioni di euro che sono destinati alle Province e Città Metropolitane per il miglioramento, nelle nuove Aree SNAI, dell’accessibilità e della sicurezza delle strade, assegnati con un decreto del MIT del 19 luglio 2023: di questi non si ha ancora traccia”.

Considerato che, allo stato attuale, non vi sono le condizioni per dare attuazione ai progetti ricompresi nelle Strategie territoriali il cui finanziamento è subordinato al trasferimento delle risorse statali, i consiglieri e le consigliere impegnano la Regione a “sollecitare presso il governo la tempestiva approvazione del Piano nazionale SNAI e delle strategie al fine di un tempestivo trasferimento delle risorse statali assegnate alle tre nuove Aree Interne della nostra Regione e a sollecitare l’assegnazione di ulteriori risorse”.

“Ho parlato con il ministro Foti per cercare di avere un confronto sulla legge per la montagna e si è reso disponibile – ha dichiarato Lodovico Albasi (Partito democratico) – i territori delle aree interne se non accendiamo la fiamma poco a poco si spegneranno; auspico che questa risoluzione possa essere votata anche dalle opposizioni”.

Per Fabrizio Castellari (Partito democratico) “queste aree hanno un valore sociale, perché sappiamo quanto sia difficile frenare lo spopolamento; un valore economico, perché siamo chiamati a sostenere le imprese anche quelle piccolissime; un valore culturale che questo pezzo di territorio presenta. Dobbiamo sbloccare questi fondi, non è più rinviabile”.

“Le aree appenniniche sono una grande ricchezza – sottolinea Gian Carlo Muzzarelli (Partito democratico) – anche dal punto di vista economico e rappresentano la forza umana dei cittadini che ci abitano. Serve un approccio che parta dai territori, con un approccio integrato e sostenibile, servono progetti innovativi e idee concrete. Abbiamo un tema di viabilità molto complicato, servono servizi adeguati e risposte tecnologiche”.

Per Vincenzo Paldino (Civici con de Pascale) “è un tema che tocca tante aree del nostro Paese, se vogliamo combattere lo spopolamento dobbiamo inserire dei servizi. Questa risoluzione non è solo un atto tecnico per richiamare fondi ma un atto politico forte che ci fa discutere di un tema importante”.

“Quando mi chiedo che montagna che vorrei penso a una montagna in cui si riesca a crescere una famiglia – dice Anna Fornili (Pd). C’è bisogno di mantenere il reddito sul territorio, dove ci siano opportunità. L’Emilia-Romagna si configura come una Regione che ha creduto in progetti che vadano in questa direzione, per questo chiediamo bandi semplificati e targettizzati. C’è inoltre l’urgenza di affrontare il tema delle frane, insieme alle risorse destinate alla viabilità”.

Alessandro Aragona (Fratelli d’Italia) interviene rilevando che “si tratta di un documento che nel corso dell’ultimo mese è stato sopravanzato dai fatti, nel senso che si chiedeva di intervenire al Governo per approvare il piano strategico nazionale sulle aree interne, cosa che non più di un mese fa è stata fatta. Fra l’altro l’approvazione di un piano strategico con il quale la cabina di regia del governo assegna 172 milioni di euro alle aree interne, di cui 12 milioni destinati all’Emilia-Romagna; è una risoluzione che, dunque, perde larga parte della sua sostanza. A scanso di equivoci, questa Regione è governata ininterrottamente dallo stesso partito, o comunque dalla stessa compagine politica, che nelle zone montane non ha lasciato una grande eredità”.

“Sono le aree più fragili della nostra regione, serve soprattutto più dignità – sottolinea Daniele Valbonesi (Partito democratico) – al netto dell’enorme difficoltà si trova gran parte del patrimonio ambientale. Va detto che i 5 milioni di euro destinati alle Province sono fermi da due anni”.

Per Marco Mastacchi (Rete civica) “con questa risoluzione si cerca di spostare il focus sulla responsabilità del Governo, ma la Regione può intervenire nella stragrande maggioranza degli ambiti. Le Province vanno male, ma vanno comunque meglio della Città Metropolitana di Bologna: in montagna ci sono strade sull’orlo della chiusura a causa delle frane. Ci dovrebbe essere una politica che permetta alle persone di vivere il territorio, come facevano una volta. Proviamo a trovare un progetto complessivo”.

Simona Larghetti (Alleanza Verdi Sinistra) interviene dichiarando che “al netto di quelle che possono essere le differenze di vedute, sono certa che su queste tematiche sia più facile lavorare a una prospettiva pragmaticamente comune. Mi sento di dire che la Città Metropolitana di Bologna non se la passa peggio delle province post Del Rio. Credo che le problematiche siano più o meno le stesse. Se noi passiamo da un ente che, a parte essere di secondo livello, da 2000 dipendenti ne ha 400, capiamo che non può esserci la potenza di fuoco amministrativa che c’era”.

“Il 38,5 % della superfice regionale è area montana, come cita la risoluzione – ricorda Annalisa Arletti (Fratelli d’Italia) – un territorio che risente di una società interconnessa e globale, dove le origini e le tradizioni non sono più così importanti. Il sostegno alle attività economiche è fondamentale, mentre aumentavate l’IRAP vi siete dimenticati di calmierarla per questi territori”.

Barbara Lori conclude ringraziando “tutti i colleghi perché c’è un interesse vero e trasversale, potremmo attivare spazi per far sì che sia un tema centrale come nel programma del presidente de Pascale. Non è una rivendicazione la risoluzione, ma una sottolineatura per accelerare le misure necessarie. Le aree interne hanno definito delle progettualità: le risorse devono arrivare rapidamente”.

(Giorgia Tisselli)

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