La Regione spieghi se “la norma regionale sul consumo di territorio pari a zero applicata nelle stesse modalità su tutto il territorio regionale, non tenendo conto delle peculiarità locali, non vada a collidere con le politiche di contrasto allo spopolamento della montagna”.
E’ uno dei quesiti posti dal consigliere Stefano Bargi (Lega) in un’interrogazione in cui chiede anche “come si possa pensare di combattere lo spopolamento montano impedendo a un cittadino di poter edificare su un lotto che in precedenza aveva acquistato in quanto edificabile e che improvvisamente finisce per sottostare alla disciplina urbanistica sulle zone agricole e rurali”. Infine, il consigliere vuole sapere se la giunta “intenda prevedere un risarcimento per quei cittadini che hanno acquistato in passato terreni edificabili che ricadevano all’interno di un perimetro urbanizzato e sui quali hanno pagato l’IMU per anni, per poi ritrovarsi con potenzialità edificatorie compromesse”.
Riferendosi alla legge 24 del 2017 (consumo di suolo a saldo zero), Bargi scrive che “chi ha acquistato in passato un lotto di terreno edificabile all’interno di un qualsivoglia comune e non ha sfruttato sino ad oggi la cubatura disponibile sul lotto, entrando in vigore le nuove perimetrazioni non potrà più farlo poiché il lotto sul quale insiste il proprio fabbricato dovrà sottostare alle norme sulle zone agricole”. Un limite, conclude il consigliere leghista, “che contraddice innanzitutto il tentativo di evitare lo spopolamento della montagna, inibendo ad un cittadino di edificare su un’area considerata edificabile fino a poco tempo prima”. A questo si aggiunge il fatto che chi ha pagato l’Imu per anni oggi non può più costruire dopo che è stato definito il Ptu (perimetro territoriale urbanizzato).
(Gianfranco Salvatori)