La Giunta regionale eviti che i prelievi lungo i corsi d’acqua dell’Emilia-Romagna superino le soglie minime previste, poiché, in caso di un’ondata di siccità, si potrebbero verificare i prelievi indiscriminati d’acqua a favore dei canali d’irrigazione avvenuti l’estate scorsa, che hanno lasciato fiumi e torrenti a secco con conseguenze molto pesanti per i delicati ecosistemi fluviali. È questa la richiesta rivolta all’esecutivo regionale da Andrea Bertani (M5s) mediante un’interrogazione presentata in Regione.
Ogni anno, nel periodo invernale, – scrive il consigliere – i Consorzi di Bonifica emiliani pongono in secca tutti i canali in loro gestione, al fine di avvalersi di una possibile valvola di sfogo in caso di pericolo di alluvione. In questi canali – riporta l’esponente 5 stelle – sicuramente viene a trovarsi, dopo il periodo estivo di irrigazione, una grande quantità di fauna ittica, proveniente dai corsi d’acqua naturali in concessione, che deve assolutamente essere preservata dalla messa in secca. I riconosciuti stati di emergenza idrica-irrigua della scorsa estate, in particolare in provincia di Parma e di Piacenza, – evidenzia il pentastellato – hanno obbligato le istituzioni ad attivare numerosi provvedimenti di deroga, anche all’interno di aree protette, che hanno riportato al centro della discussione la necessità della revisione dei criteri di valutazione dei parametri geomorfologici e idrologici che determinano il deflusso minimo vitale (Dmv).
Da qui l’iniziativa di Andrea Bertani, che domanda al governo regionale “di fare chiarezza sulla vicenda, in primo luogo specificando quante e quali deroghe al deflusso minimo vitale siano state autorizzate nel 2017 e se ne siano già previste per il 2018, nonostante le abbondanti piogge dei mesi scorsi”. Sulla tutela della fauna ittica, infine, il consigliere chiede “se ogni Consorzio di Bonifica si sia dotato di un servizio di recupero nella fase di messa in secca invernale dei canali in gestione”.
(Luca Govoni)