Presentata oggi un’interrogazione del consigliere Giuseppe Paruolo (Partito democratico) sulla durata dei periodi indennizzati ai cittadini di Budrio, nel bolognese, evacuati dalle proprie abitazioni a causa dell’alluvione. La calamità cui fa riferimento il documento è la rottura dell’argine del fiume Idice che ha causato vasti allagamenti e ingenti danni alle abitazioni del comune nel novembre 2019. L’ondata di maltempo che nel novembre 2019 ha rotto un argine del fiume Idice a Budrio, con la conseguente inondazione di terreni e di alcune abitazioni, causò, oltre agli ingenti danni, l’inagibilità abitativa totale, protrattasi per diversi mesi a causa dei necessari lavori di ripristino”. L’entità della calamità naturale all’epoca dei fatti ha portato il Consiglio dei Ministri – su richiesta del Presidente Stefano Bonaccini – alla dichiarazione dello stato di emergenza per i territori della regione Emilia-Romagna interessati dagli eccezionali eventi meteorologici. Il provvedimento prevede una durata di 12 mesi (ovvero fino al 14 novembre 2020) con stanziamento di 24.438.027,72 euro da investire nell’attuazione dei primi interventi. Il 2 aprile di quest’anno, invece, è stato varato il piano dei primi interventi urgenti di protezione civile avente oggetto gli eccezionali eventi meteorologici verificatisi nel mese di novembre 2019. Inoltre “si prevedeva una ripartizione delle somme suddetta pari ad 345.985,87 euro per la concessione del “contributo autonoma sistemazione” che avrebbe dovuto rifondere i nuclei familiari sgomberati dalle proprie abitazioni – che hanno provveduto autonomamente alla propria sistemazione temporanea – e gli onerisostenuti dai Comuni interessati che hanno provveduto ad assicurare l’assistenza alla popolazione, anticipando agli sfollati somme a titolo di contributo per l’autonoma sistemazione, o reperendo per loro conto alloggi per la sistemazione temporanea”. Nello stesso atto, ricostruisce il consigliere, era prevista una direttiva per l’erogazione dei fondi, che conferiva ai richiedenti l’onere di presentare domanda per accedere al contributo ‘autonoma sistemazione’ tramite modello precompilato, mentre restava al Comune la relativa istruttoria, ovvero i controlli a campione circa la veridicità delle dichiarazioni sostitutive rese nelle domande. Fra le clausole, spiega il consigliere dem: “vi era il dover provvedere autonomamente e in via temporanea alla propria sistemazione abitativa alternativa; il contributo quindi veniva concesso a decorrere dalla data dell’ordinanza di sgombero o, se antecedente, dalla data di effettiva evacuazione dichiarata dall’interessato e confermata con apposita attestazione dall’amministrazione comunale, e sino a che non si siano realizzate le condizioni di agibilità per il rientro nell’abitazione; comunque, non oltre la scadenza dello stato di emergenza”. Nella pratica però il Comune di Budrio, dopo aver assunto due ordinanze di sgombero entrambe il 17 novembre per disporre l’evacuazione delle case, ultimati gli interventi di messa in sicurezza dell’argine ovvero nove giorni dopo l’emanazione delle due ordinanze di sgombero, le ha revocate. Quindi, riassume Paruolo: “Il contributo per l’autonoma sistemazione è stato riconosciuto, come indicato dal Comune, per la durata di soli nove giorni, ovvero nel solo periodo esatto di vigenza delle due ordinanze. Ma da quanto dichiarato dai cittadini nella domanda presentata l’inagibilità – ovvero i giorni in cui effettivamente questi sono stati costretti a trovare un’altra sistemazione in attesa di tornare alla propria– si è protratta molto oltre i 9 giorni di vigenza delle ordinanze comunali”. Così in data 26 novembre la Regione, su richiesta del Comune, ha stanziato 5.350 euro per 26 famiglie richiedenti. Non gli aiuti sperati da tutti i cittadini colpiti duramente dal maltempo che oltre a spostare il proprio nucleo famigliare in altri territori/comuni, con tutte le problematiche del caso, hanno visto la propria casa e i propri effetti personali devastati dall’onda di fango e detriti che l’onda di piena del fiume ha scaraventato nelle loro abitazioni durante l’esondazione. “Appare inverosimile – conclude il consigliere – stando anche ai rilievi fotografici e a quanto pubblicato all’epoca dalla stampa locale, che i cittadini siano riusciti a trovare un’altra sistemazione in soli nove giorni e che in quei stessi nove giorni siano riusciti a disfarsi della devastazione portata dall’Idice”. Conclude così Paruolo: “Un’interpretazione restrittiva della normativa procedurale non può inficiare il diritto del cittadino a vedersi riconoscere quanto stabilito come ristoro per la temporanea inagibilità di casa propria, e quindi la Regione non può che sentirsi impegnata a farsi carico del problema nei riguardi dei propri cittadini colpiti dalla calamità in questione”. Per questo il consigliere del PD interroga la Giunta per sapere se intende farsi carico di invitare il Comune di Budrio a compiere un’istruttoria più approfondita. “
14 Dicembre 2020
Territorio Bologna. Alluvione 2019 a Budrio, Paruolo (Pd): ristori a famiglie insufficienti
Il Comune flagellato dalla piena dell’Idice avrebbe erogato per soli nove giorni il contributo alle famiglie costrette a sgomberare le case per le opere di messa in sicurezza dell’argine. Il consigliere democratico: “Non hanno dovuto solo spostare la famiglia, hanno perso oggetti cari e subito danni causati dal fango del fiume”
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