Ente di diritto pubblico dal 1909, il Consorzio della Bonifica Renana è costituito “da tutti i proprietari di beni immobili iscritti al catasto edilizio urbano ed al catasto terreni situati nel comprensorio” i quali “traggono beneficio dall’attività di bonifica e si amministra per mezzo dei propri organi i cui componenti sono scelti dai consorziati”; il comprensorio di sua competenza ha una estensione di 1876 km quadrati, che interessa 39 comuni nelle province di Bologna, Ferrara e Firenze. La sua funzione è assicurare lo scolo delle acque, la difesa del suolo, la tutela delle risorse idriche e naturali, l’irrigazione e la valorizzazione del territorio. In particolare, il Consorzio concorre “all’esercizio, alla manutenzione e alla vigilanza delle opere e degli impianti di bonifica, nonché delle relative opere infrastrutturali e di supporto”, e “alle attività per la tutela ed il risanamento del suolo e del sottosuolo, per il risanamento idrogeologico del terreno tramite la prevenzione di fenomeni di dissesto”.
Galeazzo Bignami (Fi) rivolge un’interrogazione alla Giunta a proposito dell’operato del Consorzio della Bonifica Renana “in relazione alla vigilanza e al controllo che doveva eseguire nella zona del comune di Pianoro, frazione di Livergnano”, e di esprimere parere in merito “all’assenza di beneficio” cui un contribuente sarebbe stato esposto.
La L.r. 42/1984 stabilisce che tutti i proprietari di fabbricati e terreni ricadenti nel bacino idraulico del Consorzio contribuiscano alle spese di esercizio e manutenzione delle opere necessarie per la sua salvaguardia, e siano “obbligati al pagamento dei contributi consortili i proprietari di beni immobili situati nel comprensorio del Consorzio che traggono beneficio dall’attività svolta dal Consorzio stesso”; dunque, scrive Bignami, “i proprietari degli immobili suddetti, beneficiati dall’attività di bonifica, partecipano al consorzio di bonifica sostenendo gli oneri in rapporto ai benefici ottenuti”.
Scrive il consigliere che “nel comune di Pianoro, frazione di Livergnano, e precisamente in via di Castello, nel mese di ottobre 2014 si sarebbe verificata una frana il cui effetto disastroso sarebbe stato quello di creare i seguenti danni di elevata portata alle proprietà di un contribuente”. Il contribuente proprietario del terreno e dell’immobile danneggiati avrebbe comunicato al Consorzio e alla commissione Tributaria provinciale di Bologna di non avere ottenuto alcun vantaggio diretto dalle opere effettuate dal consorzio della Bonifica Renana, come stabilito quale vincolo legittimo per la contribuzione. Dunque, vista “l’assenza di beneficio cui il contribuente sarebbe stato esposto”, è in discussione l’esigibilità del contributo da parte del Consorzio. “Il contribuente riferirebbe infatti che negli ultimi anni il controllo e la vigilanza nella zona da parte del Consorzio della Bonifica Renana sarebbero stati scarsi”, e sembrerebbe venuto meno il principio di efficacia ed efficienza a cui il Consorzio stesso si ispira.
Perciò, Bignami chiede alla Giunta di attivarsi per richiedere che vengano fatti interventi mirati per ripristinare la situazione quo ante nella zona suddetta, e se sia a conoscenza dell’esistenza di un progetto di riqualificazione dell’area.
(Tutti gli atti consiliari – dalle interrogazioni alle risoluzioni, ai progetti di legge – sono disponibili on line sul sito dell’Assemblea legislativa al link: http://www.assemblea.emr.it/attivita-legislativa)
(rg)