“La nascita di un polo logistico a Imola, su terreno agricolo non lontano dal Santerno, pone, per l’ennesima volta, la questione del consumo di suolo”. Da questa premessa parte l’interrogazione a firma della capogruppo di Fratelli d’Italia, Marta Evangelisti, che chiede, sul punto, un giudizio all’esecutivo regionale. In particolare, la capogruppo chiede alla giunta “se non ritenga che questo tipo di logistica sia ormai superata” e “se non convenga che la creazione del polo creerà ulteriori disagi al traffico, problemi di inquinamento e di sostenibilità delle aziende limitrofe”.
Oltre a un giudizio di merito, la capogruppo sollecita la giunta affinché “intervenga sul Comune di Imola e in Città Metropolitana”: proprio in Città metropolitana, si sta infatti predisponendo la valutazione strategica ambientale e territoriale (Valsat), in quanto procedimento integrato nei processi di pianificazione regionale.
Ripercorrendo la vicenda, Evangelisti spiega che “a Imola il polo logistico sorgerà su una superficie complessiva di circa 40mila metri quadrati, nell’area ex Autoparco, con un investimento previsto, incluso il fotovoltaico, di circa 36 milioni di euro: il gruppo francese di APRC Group si occuperà della progettazione, costruzione e commercializzazione dell’operazione”.
Nell’atto ispettivo, la consigliera evidenzia come Coldiretti e alcune associazioni ambientaliste abbiano contestato la realizzazione del polo logistico di Imola, riservandosi azioni per impedirne la nascita.
“La realizzazione di un tale intervento in un contesto agricolo determina un consumo di suolo difficilmente reversibile, sottraendo superficie utile alla produzione agricola – va avanti Evangelisti -. L’insediamento di nuove piattaforme logistiche, in zone agricole, comporterebbe altresì un incremento del traffico pesante su viabilità locale non progettata per tali volumi, in particolare su via Selice, con conseguenze dirette sull’inquinamento atmosferico, sulla sicurezza stradale e sulla funzionalità delle attività limitrofe, principalmente agricole”. Da qui, dunque, le richieste di intervento alla giunta regionale, anche alla luce del recente rapporto Ispra che ha consegnato all’Emilia-Romagna la “maglia nera” per consumo di suolo, con oltre mille ettari di nuove aree artificiali. “I dati mostrano un incremento, nonostante l’obiettivo della legge regionale del 2017 fosse quello di azzerare il consumo di suolo entro il 2050”, conclude Evangelisti.
(Brigida Miranda)



