Ambiente e territorio

Fotovoltaico e ferrovia nel futuro dell’Interporto di Bologna

La commissione Territorio e ambiente in visita alla principale piattaforma logistica regionale. Esclusa l’entrata di Viale Aldo Moro nella compagine dei soci. A breve Autostrade per l’Italia avvierà la sistemazione del casello di Funo con lavori per oltre 70 milioni di euro

Pronti i primi cantieri per l’ampliamento del terminal ferroviario con 5 nuovi binari, 2 per gru a portale, aree di carico/scarico e stoccaggio merci per uno sviluppo complessivo di oltre 115mila metri quadri. In fase di completamento, invece, il progetto per una delle più grandi comunità energetiche del nord est Italia, che attraverso 800mila metri quadrati di fotovoltaico permetterà di produrre 50 Megawatt.

Sono queste, insieme alla promozione e attuazione delle politiche per il lavoro etico nel settore logistico, le sfide future di Interporto Bologna.

Per comprendere appieno l’applicazione delle politiche ambientali, energetiche e sociali di un settore in grande crescita grazie anche alla spinta di e-commerce e PNRR, la commissione Territorio, ambiente e mobilità presieduta da Stefano Caliandro si è recata in visita all’Interporto, una delle aree più importanti per le merci del nostro Paese in quanto sorge all’incrocio di 5 direttrici di straordinario rilievo economico e che nei prossimi 5 anni vedrà cambiare la composizione dei propri ricavi dall’ambito immobiliare e servizi hub alla gestione delle merci del terminal ferroviario con conseguente aumento dei convogli dagli attuali 5mila ai quasi 9mila previsti nel 2027.

Il presidente della commissione Stefano Caliandro ha sottolineato i grandi cambiamenti in atto nella struttura “che riflettono obiettivi molto chiari anche in tema di lavoro etico, serve un forte lavoro di squadra tra istituzioni e parti politiche per sostenere pienamente il progetto di sviluppo di Interporto Bologna e di tutte le piattaforme logistiche regionali che investono sull’intermodalità”.

Il presidente di Interporto Marco Spinedi ha rimarcato quindi il cambio di rotta avvenuto nell’ultimo periodo che ha determinato gli attuali progetti di sviluppo: “arrivati con il mandato di vendere le quote, la nuova amministrazione bolognese ha invece optato per una decisa valorizzazione della struttura e con i progetti messi in campo possiamo tranquillamente dire che Interporto ha una grande storia alle spalle ma parimenti un grande futuro davanti a sé”. Per il numero uno di Interporto la struttura “aveva accumulato un sensibile gap verso il trasporto ferroviario finendo per essere sorpassata da Padova a Verona, ma Bologna ha naturalmente tutte le potenzialità per replicare anche nel settore merci i numeri fatti segnare nel campo dei passeggeri con l’alta velocità”. Due gli assi di sviluppo principali: oltre al potenziamento del ferro, importantissimo il progetto energetico che “potrebbe portare alla creazione della comunità energetica più grande del nord est d’Italia con una potenza installabile di oltre 50 Mw”.

Il cambio di strategie di Interporto è stato poi rimarcato anche dal direttore generale Giuseppe Dall’Asta che ha dettagliato le cifre dei vari interventi. Il potenziamento ferroviario con la costruzione del nuovo terminal, che si aggiunge ai tre attuali per complessivi 25 binari e due binari riservati a gru altamente tecnologiche, sarà di 37 milioni di cui 8,5 coperti con contributi pubblici. Aggiungendo poi i costi del progetto energetico, la costruzione di edifici altamente sostenibili e la messa in opera di fasce boscose di mitigazione, l’investimento totale salirà a 66 milioni totali.

Il terzo asse di sviluppo di Interporto è poi rappresentato, primo caso in Italia, dal versante etico. Alessandro Alberani, direttore di Logistica etica ha illustrato questo passaggio come la definizione di doveri morali per un comportamento positivo che si deve attuare. “Il lavoro etico nel settore logistico -specifica Alberani- vogliamo ottenerlo attraverso 4 filoni di intervento e cioè la sicurezza sul lavoro (grazie anche all’apporto di una school che fornirà formazione specifica), il controllo degli appalti, una maggiore coesione sociale ed una forte responsabilità d’impresa a cui si deve aggiungere una nuova concezione del welfare”.

Nei loro interventi tutti i consiglieri regionali presenti hanno auspicato un ruolo da protagonista della Regione nel campo della logistica.

Giuseppe Paruolo (Pd) si è chiesto “quale potrà essere il ruolo di Interporto, nel senso che il ruolo di questa struttura trascende i confini cittadini e i progetti di crescita sostenibile illustrati oggi sono un evidente vantaggio per tutto il territorio regionale, ecco perché la Regione deve operare per potenziare questa realtà”.

Marco Mastacchi (Rete Civica) ha auspicato un impegno da parte di tutte le istituzioni coinvolte per “prendere atto delle potenzialità della struttura e per far sì che Interporto sia ancora più calato nel tessuto sociale e urbanistico circostante”.

Emiliano Occhi (Lega) ha invece rimarcato come “l’economia di un paese corra sulle sue infrastrutture, quindi mi auguro uno sviluppo più dinamico soprattutto per le strutture strategiche che non possono più sottostare agli attuali vincoli burocratico-amministrativi”.

Valentina Castaldini (Forza Italia) chiede invece chiarezza sul ruolo che gli azionisti pubblici di maggioranza vorranno avere in futuro. Per la capogruppo “è evidente l’assenza di politica nelle vicende passate di Interporto ma è tempo di capire quale rapporto si voglia creare tra Comune di Bologna e Regione per creare quelle relazioni positive di cui necessita questa struttura”.

Anche Michele Facci (Lega) chiede “un supporto chiaro da parte della Regione, con progettualità e risorse adeguate per dare il fondamentale impulso all’intermodalità”. Sull’Interporto in particolare, il leghista chiede poi risposte precise sulle voci di un entrata tra la compagine dei soci da parte di Viale Aldo Moro.

Totalmente favorevole ai progetti di Interporto sia da un punto di vista ambientale che per lo sforzo compiuto sul lavoro etico è poi Silvia Zamboni (Europa Verde) che però chiede un pronunciamento forte della Regione “per evitare la proliferazione di piccole piattaforme logistiche come recentemente avvenuto proprio nel bolognese”.

Anche Silvia Piccinini (M5S) è favorevole ai progetti di rilancio di Interporto, “struttura percepita come distante dal territorio circostante ma che dimostra grandi potenzialità”. Sul progetto della comunità energetica, poi, la capogruppo chiede “un’interlocuzione specifica per condividere con il territorio circostante i benefici che si otterrebbero”.

Per Luca Sabattini (Pd) “è chiaro come l’Interporto di Bologna sia un patrimonio regionale e la Regione ha colto il suo valore con il documento sulle zone logistiche semplificate. “Spero che la carta etica adottata sia l’elemento decisivo per la creazione di un valore non solo economico”.

Federico Amico (ER Coraggiosa), infine, ha sottolineato come “le tensioni sul lavoro nel settore logistico siano frutto dell’allungamento delle catene degli appalti, quindi serve un focus specifico su questo tema per garantire uno sviluppo armonico a tutto il settore”.

Conclusione del dibattito affidate all’assessore a mobilità e trasporti, infrastrutture, turismo, commercio Andrea Corsini, il quale ha chiarito che “la visione della Regione nel settore della logistica è ricompreso nel piano regionale integrato dei trasporti e la rete “ERIC” che raggruppa le principali piattaforme intermodali del territorio ne è la prova”. Ammettendo come il settore abbisogni di investimenti per mantenere e aumentare la propria competitività, Corsini ha comunque ricordato l’impegno per attrarre ulteriori fondi europei e ha ricordato come “sia prossimo lo sblocco del nodo di Funo da parte di autostrade per l’Italia nell’ambito dell’allargamento della A13, intervento che si accompagna anche alla delibera di Giunta recentemente approvata di oltre 6 milioni per incentivare l’intermodalità e traslare 4 milioni di tonnellate di merci dalla gomma al ferro”. Per l’Assessore alle infrastrutture c’è però un nodo irrisolto che dovrà essere affrontato nell’immediato futuro. “Quanto prima si dovrà affrontare l’accordo territoriale tra i vari comuni che gravitano intorno a Interporto per sbloccare le nuove aree di cui abbisogna la struttura per la sua crescita”. Nel ricordare l’accordo tra Regione e Città metropolitana di Bologna per rifiutare tutte le piattaforme logistiche al di fuori di Interporto “che nulla hanno a che fare con l’intermodalità”, l’Assessore ha poi escluso l’ingresso della Regione nel capitale sociale di Interporto. “A quella soluzione di difficile applicazione -conclude Corsini- credo sia da preferire un impegno concreto per attrarre investimenti e per facilitare la realizzazione di infrastrutture necessarie per lo sviluppo dell’area”.

(Luca Boccaletti)

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