Ambiente e territorio

Ricostruzione post alluvione: impegno comune e a tutto tondo per la Val di Zena

Dalla risoluzione originaria presentata da Marco Mastacchi (Rete Civica) si è giunti a un documento approvato all’unanimità che afferma la necessità di ridefinire le competenze territoriali per un modello che potrebbe essere adottato per tutti i territori regionali

Visione di bacino e collaborazione interistituzionale per fornire risposte rapide e concrete ai cittadini senza dimenticare il lavoro già svolto.

Questo il punto di mediazione unanime a cui è pervenuta la Commissione Territorio, ambiente e mobilità presieduta da Paolo Burani discutendo un atto di indirizzo presentato da Marco Mastacchi (Rete Civica) sulla Val di Zena.

Il punto di partenza per la forte posizione bipartisan espressa “e che auspicabilmente dovrebbe essere adottata anche in tutti i territori simili alla Val di Zena” nasce da una specifica risoluzione riguardante il territorio pedecollinare alle porte di Bologna interessato da devastanti fenomeni alluvionali tanto nel 2023 che nel 2024.

“La risoluzione -specifica Mastacchi- nasce dalle richieste dei cittadini che abitano il territorio che, nello specifico, hanno incaricato il professo Stefano Orlandini dell’Università di Modena e Reggio Emilia di elaborare un piano d’intervento strutturale maggiormente esposte della Val di Zena”. Il consigliere di Rete Civica sottolinea la necessità “di una visione d’insieme nel valutare e gestire le portate idrauliche, pianificare manutenzioni e pulizie arginali periodiche, proteggere le abitazioni e soprattutto effettuare interventi di pulizia dei corsi d’acqua soprattutto in corrispondenza dei pilastri dei ponti”.

Nel proporre un emendamento interamente sostitutivo del documento iniziale, accettato in primis dallo stesso Mastacchi, Francesca Lucchi (Pd) ha “preso atto dello studio compiuto dal professor Orlandini e al tempo stesso ha sottolineato i lavori “che già stanno compiendo gli organismi preposti”. Una sottolineatura particolare, poi, “affinchè il Piano predisposto da Orlandini venga condiviso con tutti gli enti interessati e competenti territorialmente anche per un migliore coordinamento di quanto è in fase realizzativa ora”.

Simona Larghetti (AVS) ha espresso apprezzamento “per l’approccio trovato sulla Val di Zena e che può essere replicato anche in altri casi”. Analogo apprezzamento anche per la ridefinizione delle competenze sul tema del rischio idraulico.

Anche Giovanni Gordini (Civici) ha poi chiarito come sia “di fondamentale importanza il dialogo tra le varie istituzioni soprattutto per definire bene competenze e percorsi operativi al fine di dare risposte concrete ai cittadini”.

Elena Ugolini (Rete Civica) ha invece auspicato un eguale impegno bypartisan su un’analoga risoluzione dove si sollecita un approccio sistemico e organico in tutti i casi di fragilità del territorio.

Simona Lembi (Pd) ha messo in risalto la “volontà di rafforzare il carattere istituzionale, amministrativo e organico degli interventi da compiersi sui territori. Non è quindi possibile ammettere alcuna fuga in avanti perchè c’è spazio solo per istituzioni che collaborano, decidono come intervenire e poi operano tutte nella stessa direzione.

Priamo Bocchi (FdI) ha infine “apprezzato la comune sensibilità emersa in maniera unitaria. Giudico poi in maniera estremamente positivas il coordinamento e riassetto delle competenze che spero possa essere adottato anche in altri casi”.

La risoluzione è stata approvata con il voto unanime di tutte le forze politiche presenti.

(Luca Boccaletti)

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