La Regione intervenga con la potatura di arbusti e siepi che crescono in modo incontrollato e rendono rischiosa la circolazione, come lamentano da tempo i cittadini di Monzuno e San Benedetto Val di Sambro, lungo la strada provinciale 61.
Il consigliere Marco Mastacchi (Rete Civica) ha presentato un’interrogazione ala giunta chiedendo “se gli interventi di sfalcio, di potatura dei rami, degli arbusti e delle siepi che si protendono lungo i bordi delle strade sul nostro Appennino vengono, e nel caso in che modo, controllati e monitorati al fine di realizzare una programmazione in base alla crescita vegetativa, per non compromettere la visibilità del tracciato stradale e ridurre il rischio di incidenti”. Il capogruppo di Rete Civica, poi, vuole conoscere “quale sia il piano degli interventi di asfaltatura e manutenzione rispettivamente della SP61 e SP 38, che la Regione intende avviare nel breve periodo, senza attendere il periodo elettorale durante il quale è consuetudine procedere celermente ad avviare i vari cantieri di asfaltatura e manutenzione”.
Que tratto di strada, scrive il consigliere, anche a causa di alcune frane, “sta diventando ormai impraticabile per i ciclisti, motociclisti e per le autovetture; il manto stradale infatti presenta diverse buche e cedimenti, a cui si aggiunge una crescita abnorme dell’erba a bordo strada che invadendo il tracciato stradale ne determina, di fatto, un restringimento”. Una volta, ricorda Mastacchi, lo sfalcio “avveniva con regolarità e la rasatura dell’erba garantiva visuali adeguate, ma oggi la trascuratezza nella manutenzione del manto stradale unita o ai mancati sfalci periodici dell’erba o sfalci fatti in fretta e furia, con il lavoro lasciato a metà, aumentano il rischio sulla strada, in particolare per ciclisti, motociclisti e pedoni spesso resi invisibili dall’ormai ingovernabile altezza dell’erba e da cunette intasate dai residui di sfalci messi ai margini della strada”. Occorre, conclude, garantire una viabilità sicura e, in vista dell’inverno, asfaltare alcuni tratti.
(Gianfranco Salvatori)