Ambiente e territorio

Mastacchi (Rete civica): “Tempi certi per la messa in sicurezza della frana di San Benedetto Val di Sambro”

Discussa un’interpellanza per conoscere le misure in caso di innalzamento del torrente Sambro. La sottosegretaria Rontini: “C’è un sistema di monitoraggio del movimento franoso per dare sbocco al torrente Sambro e sono previsti interventi per dare stabilità a valle della frana”

Tempi certi per la messa in sicurezza dell’area interessata dalla frana di San Benedetto Val di Sambro, nel bolognese, e chiarezza sulle modalità di risarcimento ai cittadini. A chiederlo, con una interpellanza, sono i consiglieri di Rete Civica, Marco Mastacchi (primo firmatario) e Elena Ugolini. 

“Nel giugno del 1994 -ha ricordato Mastacchi- nelle località Ca’ di Sotto e Ca’ dei Giardini, nel comune di San Benedetto Val di Sambro (Bologna), si manifestò un movimento franoso di circa 13 milioni di metri cubi. La frana, oltre a distruggere alcuni edifici civili e renderne inagibili altri, interruppe la viabilità principale d’accesso all’abitato e occluse l’alveo del torrente Sambro, determinando la formazione di un pericoloso invaso d’acqua”. Le maggiori preoccupazioni dei cittadini, evidenziano i consiglieri, riguardano la formazione di un lago, a seguito della recente riattivazione della frana, “in una dimensione più ampia che in passato, mettendo a rischio abitazioni, infrastrutture e la sicurezza dei residenti”. “Il piede della frana sta continuando a muoversi -ha proseguito Mastacchi- e la gestione dell’invaso si basa su un sistema di pompaggio per tenere basso il livello del lago che però ha già dimostrato di non essere adeguato a gestire eventi significativi anche non eccezionali. Ultimamente non si è visto alcuno a fare sopralluoghi sul posto e i cittadini si chiedono cosa stia succedendo e quali siano i progetti a riguardo”.

Da qui l’interpellanza alla giunta, per conoscere “tempi e modalità della messa in sicurezza dell’area”, ma anche per sapere come si intenda procedere in caso di repentino innalzamento del livello del torrente Sambro.

Ha risposto la sottosegretaria alla presidenza di giunta Manuela Rontini: “Innanzitutto, non è corretto dire che il luogo non è presidiato. È stato uno dei primi sopralluoghi ufficiali che ho effettuato il 20 dicembre scorso e il 6 febbraio c’è stato un sopralluogo in loco richiesto dal sindaco. La frana, che ha ripreso a muoversi, è oggetto di interventi di somma urgenza per dare sbocco al torrente Sambro. Il movimento è a monte di quello attivato nel ‘94 e ha distrutto il sistema di regolazione dell’invaso. Con gli interventi eseguiti negli ultimi 10 anni dalla Regione tramite Agenzia per la sicurezza del territorio, sono state mantenute le piene a livello di sicurezza per le abitazioni. Con gli eventi alluvionali nel 2024, però, ulteriori danni hanno imposto la chiusura della Valle di Sambro. C’è un sistema di monitoraggio del movimento franoso per dare sbocco al torrente Sambro e sono previsti interventi per dare stabilità a valle della frana. La Regione ha già messo a disposizione risorse per un totale di 1.150.000 euro. Con riferimento ai quesiti posti, se dovesse verificarsi un’importante piena del Sambro entrerebbe in funzione un canale scolmatore e un’elettropompa. Il Comune ha un piano emergenza della Protezione civile per gestire la situazione. Sui risarcimenti danni si è raggiunto l’accordo di 5mila euro per cittadini e 20mila per le attività che abbiamo sollecitato affinché siano al più presto disponibili”.

Il consigliere Marco Mastacchi ha replicato: “Quando sono stato sul posto, sollecitato dai cittadini, non c’era alcun presidio, che è cosa diversa dall’effettuare controlli. Dopo il fermento iniziale e la ferma dei lavori, la popolazione è preoccupata e vuole essere informata sul fatto che dietro c’è un lavoro importante. Speriamo che ci sia la soluzione a tutela delle persone, delle attività e del territorio. Invito a fare una comunicazione più puntuale per tranquillizzare i cittadini”.

(Lucia Paci)

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