E’ stata ritirata la risoluzione che avrebbe impegnato la Giunta ad agire perché le norme del nascente Piano Territoriale Metropolitano (Ptm) di Bologna non siano in contrasto con quelle dei Comuni e si valorizzi, anzi, il ruolo delle amministrazioni locali. L’Aula, dopo un serrato confronto fra le forze politiche, ha approvato il rinvio in Commissione dell’atto che era stato presentato dal consigliere Marco Mastacchi (Rete Civica).
Mastacchi ha detto che si tratta “di un provvedimento insensato che si arroga poteri che non ha e che esautora i Comuni. Se il Ptm fosse approvato, fienili, stalle e altrui edifici rurali in Appennino non si potrebbero più ristrutturare. Si creerà un abbandono devastante per la montagna”. Per Mastacchi, il Ptm è in contrasto con la legge regionale 24 del 2017 sul consumo di suolo ed è contraddittorio rispetto alla recente legge che finanzia i giovani che vogliono andare a vivere in montagna. Il consigliere ha anche evidenziato il contrasto con l’articolo 118 della Costituzione e con la riforma del Titolo V. Senza contare, ha affermato, che il ministro Franceschini ha annunciato il finanziamento con 600 milioni per il recupero di fabbricati di valore storico- artistico in montagna e con un miliardo la valorizzazione dei borghi.
Per il consigliere Giuseppe Paruolo (Partito Democratico) Mastacchi “ha già avuto una risposta tecnica dall’assessore Lori: le sue preoccupazioni sono infondate. Svolge una critica forte al Ptm e ci chiede di farci carico di possibili correttivi. Se Mastacchi avesse voluto avviare una discussione forse si sarebbe potuto consentire un approfondimento. Invece, in pochi giorni ha ritirato una prima risoluzione e ne ha inserita un’altra. Difficile dare una risposta in così breve tempo. Comunque, i Comuni non verranno espropriati dei loro poteri. Le richieste sono, poi, confuse anche sul consumo di suolo”.
Secondo Silvia Zamboni (Europa Verde) “non c’è alcun contrasto tra la legge regionale 24 e il piano urbanistico della Città metropolitana di Bologna. Il Ptm non espropria i poteri dei Comuni che hanno il diritto di decidere quali edifici di valore storico e culturale possono essere recuperati. L’autorità resta ai Comuni. La cura e il sostegno alla montagna resta prioritario, ma non attraverso lo stravolgimento del Piano urbanistico”.
Igor Taruffi (Emilia-Romagna Coraggiosa) ha lanciato la proposta, poi accolta da Mastacchi, a patto che i tempi siano brevi, di ritirare l’atto e approfondire il tema in commissione Territorio, ambiente mobilità “quanto prima” come chiesto dal consigliere di Rete Civica. “La risoluzione è arrivata giovedì e non c’è stato il tempo per ulteriori verifiche. La legge regionale 24 del 2017 fu molto discussa e io mi opposi e votai contro. Tuttavia l’articolo 36, al comma 5 afferma che dove c’è territorio rurale, ‘il recupero di edifici non più funzionali all’attività agricola…è sempre possibile per gli edifici valore storico e architettonico’. E più avanti: ‘è sempre consentito il recupero a fini residenziali di edifici con valore storico, architettonico e testimoniale‘. Gli elementi di preoccupazione di Mastacchi necessitano di un surplus di approfondimento e possono essere accolti”.
(Gianfranco Salvatori)