Ambiente e territorio

Rinnovabili: collaborazione bipartisan sulle aree idonee dopo la sentenza del Tar

Informativa dell’Assessora all’Ambiente, Programmazione territoriale, Mobilità e Trasporti, Infrastrutture Irene Priolo dopo la sentenza del Tar del Lazio che lo scorso 13 maggio ha imposto lo stop al testo sulle aree idonee predisposto dalla giunta

“Una fase estremamente complessa”. Così l’Assessora Irene Priolo nel presentare oggi alla Commissione Territorio, Ambiente e Mobilità presieduta da Paolo Burani la situazione creatasi dopo la sentenza del Tar del Lazio che ha bocciato il decreto del Ministero dell’Ambiente riguardante le aree idonee per la produzione di energia rinnovabile.

Nel rigettare in particolare due specifici punti del testo ministeriale, il tribunale amministrativo ha limitato la discrezionalità delle Regioni e ha dato mandato al Ministero dell’Ambiente di riscrivere le regole per l’individuazione puntuale delle aree idonee.

Per Priolo, questa sentenza “crea per assurdo ulteriori problemi rispetto a quelli già presenti sul tavolo perchè lascia inalterata una parte della disciplina (nello specifico il D. Lgs 199/2021) tra cui il famoso ‘burden sharing’ che mette in capo alla nostra Regione il raggiungimento dell’obiettivo di 6,3 GW entro il 2030”.

Il combinato disposto che operativamente emerge dalla sentenza del Tar e dai provvedimenti normativi rimasti vigenti, ribadisce quindi come non esistano più le aree non idonee, mentre continuino a permanere gli attuali criteri autorizzatori e “ciò determina -ha specificato Priolo- una fase estremamente complessa per operatori e amministratori locali che ovviamente ora non sanno come comportarsi”.

A fronte della riscrittura del provvedimento ministeriale entro 60 giorni, la titolare dell’Ambiente ha poi specificato come “dal 13 maggio a oggi siano uscite altre dieci sentenze e tre ordinanze sul tema, rendendo la situazione estremamente fluida e incerta”.

Priolo si è poi rammaricata, per certi versi, di una sentenza del Tar che ha bloccato l’iter di una legge regionale che non solo si muoveva nel solco legislativo al momento vigente, “ma che introduceva molteplici elementi innovativi sia nella salvaguardia del territorio che nell’aiuto concreto al settore produttivo emiliano-romagnolo, prevedendo ad esempio l’autoproduzione alle aziende che determinavano nel loro intorno una zona idonea alla produzione di energia da fonti rinnovabili”.

Preoccupazione per la situazione esistente, che potrebbe portare a facili speculazioni, ma anche grande disponibilità al confronto fra le forze politiche intervenute nel dibattito dopo l’intervento dell’Assessora Priolo.

Annalisa Arletti (FdI) ha invitato Priolo e tutta la Commissione Ambiente a “un lavoro di approfondimento e coinvolgimento per ragionare insieme sul tema”.

Luca Sabattini (Pd) ha chiarito come sia comunque da predisporre una legge regionale perchè prevista dalle norme quadro. “Nei prossimi 3-4 mesi -continua il dem- assisteremo a un vero e proprio assalto alla diligenza sul tema e tutte le forze politiche dell’Assemblea hanno l’obbligo di mantenere alta l’attenzione per aiutare le amministrazioni locali e informare correttamente e puntualmente la cittadinanza. Dobbiamo quindi sforzarci di effettuare tutto il lavoro preparatorio in queste settimane, magari pensando anche a un sistema di esternalità per i territori che saranno maggiormente interessati da questi impianti, per farci trovare pronti non appena il governo nazionale varerà la nuova normativa”.

Marco Mastacchi (Rete Civica), già preoccupato per le ricadute sul territorio dalla situazione precedente alla sentenza del Tar, si è dichiarato “ancora più preoccupato da questo nuovo scenario. Ci troviamo di fronte a due ordini di problemi: uno energetico che è sotto gli occhi di tutti, ma al tempo stesso dobbiamo operare per attenuare i danni che potranno derivare al territorio e soprattutto dobbiamo evitare che la terra perda la sua funzione primaria di produrre cibo”.

Daniele Valbonesi (Pd) ha lodato la scelta attuata dalla giunta di sospendere l’iter del proprio provvedimento legislativo e ha sottolineato come “la sentenza del Tar crea evidentemente confusione, ma allo stesso tempo chiarisce come le scelte prese dal governo nazionale nascondessero un chiaro disegno di non assunzione di responsabilità”.

Paolo Calvano (Pd) nell’apprezzare “la chiara volontà trasversale di tutte le forze politiche di addivenire a un sistema di regole chiare sul tema”, si è appellato al centrodestra “affinchè faccia pressione sul governo nazionale per arrivare quanto prima a un nuovo quadro normativo”.

L’invito del capogruppo Pd è stato prontamente raccolto da Annalisa Arletti la quale, nel garantire la propria azione, ha comunque criticato la giunta regionale “che non è stata fra le più celeri sul tema” e ha sollecitato la giunta a mettere a disposizione delle forze politiche tutti i dati in suo possesso, “fra cui, ad esempio, la mappatura dei territori, per consentire realmente una proficua collaborazione, perchè al momento, oltre alle zone intorno alle autostrade, noi non abbiamo visto altro da parte dell’esecutivo regionale”.

In conclusione di dibattito Irene Priolo ha ribadito l’estrema incertezza della situazione. “Il problema della mappatura non esiste -ha specificato l’Assessora- in quanto la legge la prevede in un secondo momento per definire le aree di accelerazione”. Rigettando le accuse di lentezza, “la Lombardia era arrivata a definire un proprio testo solo un mese prima di noi”, Priolo si è augurata che nel prossimo intervento normativo “il governo voglia attuare quei confronti con le Regioni che non ha attuato in precedenza e che il Ministro Pichetto Fratin voglia anche visionare il testo predisposto dall’Emilia-Romagna che ritengo contenga importanti aspetti migliorativi e di chiarezza per amministrazioni locali, portatori di interessi e per tutti i cittadini”.

(Luca Boccaletti)

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