La Regione Emilia-Romagna faccia chiarezza sull’Azienda faunistica venatoria di Comacchio, nel ferrarese, e relativi possibili violazioni delle norme vigenti con conseguenti risorse da recuperare per evitare danni erariali. A chiederlo, in un’interrogazione, è la consigliera Giulia Gibertoni (Gruppo Misto) che, prendendo le mosse da suoi precedenti analoghi atti ispettivi, interroga la Giunta per sapere come sia stato possibile che, in sede di validazione, da parte della Giunta regionale, dei vari Piani Faunistico Venatori della Provincia di Ferrara, non sia stata fatta rilevare l’incongruenza che avrebbe dovuto dare luogo, conseguentemente, all’annullamento di quella specifica previsione relativa alla presenza, all’interno degli stessi, della Azienda Faunistico Venatoria di Comacchio che, già a partire dall’anno 2000, e successivamente, quindi, alla entrata in vigore della legge regionale n. 8 del 1994, era da considerarsi illegittima poiché deficitaria della prevista autorizzazione della Regione e se la lettera interruttiva dei termini di prescrizione, la cui predisposizione era stata demandata al Servizio Bilancio e Finanze – Settore Tributi e Sanzioni Tributarie, con cui si notificava al Comune di Comacchio l’adozione del relativo atto di accertamento e di emanazione di eventuali sanzioni per il mancato versamento dei tributi trasmessa del 12 agosto 2020, sia stata notificata e in quale data”. Gibertoni chiede, inoltre, all’esecutivo regionale di sapere “in quale data e quali siano gli estremi e il contenuto della nota con cui il Comune di Comacchio avrebbe negato la sussistenza del debito sulla base dell’errato presupposto per cui l’“Azienda valliva particolare di caccia Valli di Comacchio” non rientrerebbe nelle casistiche previste dalla legge per il versamento della tassa di concessione regionale delle Aziende Faunistico-Venatorie; in quale data e quali siano gli estremi e il contenuto della nota con cui la Regione Emilia-Romagna avrebbe ribadito la sussistenza del debito e precisato che, in assenza di ravvedimento spontaneo col pagamento di quanto dovuto, la Regione procederà al recupero coattivo del credito maturato secondo le vigenti disposizioni di legge; se la procedura per questo recupero coattivo abbia avuto già inizio e in quale data, oppure, in quale data si intenda attivarla e se non ritenga che la conformità al disposto della legge regionale n.8 del 1994 dei piani faunistico-venatori delle Province, e quindi anche quelli della Provincia di Ferrara, successivi, tra l’altro, alla delibera istitutiva della Azienda Faunistico Venatoria in questione, non avrebbe dovuto essere rilasciata dal Servizio Regionale Caccia e Pesca della Regione Emilia-Romagna ma da apposite delibere della Giunta regionale che doveva verificarne la coerenza con la stessa legge regionale”. Fra gli altri quesiti posti all’amministrazione regionale dalla consigliera del Gruppo Misto si vuole sapere se la Giunta “non ritenga opportuno agire affinché venga riconosciuto il danno erariale subito dalla Regione già a partire dal 1993 e non solo dal 2015, non potendosi considerare legittima l’autorizzazione della Provincia di Ferrara concessa, attraverso successivi rinnovi alla scadenza settennale della stessa, all’AFV della Valle di Comacchio e, comunque ,almeno a partire dall’anno 2000 cioè dall’anno del primo rinnovo della stessa AFV; se non ritenga opportuno, da un punto di vista più generale, ritornare su proprie precedenti risposte e se abbia notizia di un procedimento in corso presso la Procura della Corte dei Conti della Regione Emilia-Romagna per quanto riguarda il danno erariale che avrebbe subito la Regione Emilia-Romagna, stimabile in oltre 700mila euro”. “
14 Dicembre 2020
Territorio Ferrara. Gibertoni (Misto): fare chiarezza su Azienda faunistica venatoria di Comacchio
La consigliera riprende temi già posti in passato e chiede risposte puntuali nel merito parlando anche di possibili danni erariali alla Regione
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