Ambiente e territorio

Ancarani (Pd): “Inserire il sisma di Tredozio del 2023 nel recente decreto alluvione”

Nell’atto ispettivo si sottolineano i 120 milioni di danni riportati sia da edifici pubblici che privati

“Inserire il terremoto che nel 2023 ha colpito la zona di Tredozio e Rocca San Casciano nel pacchetto di emendamenti al Decreto Legge 65/2025 (varato lo scorso 7 maggio n.d.r.) per ulteriori disposizioni urgenti in merito agli eventi alluvionali verificatisi in Emilia-Romagna, Toscana e Marche e al fenomeno bradisismico nell’area dei Campi Flegrei”.

A sollecitare la giunta in tal senso è Valentina Ancarani (Pd), la quale ricorda i 120 milioni di danni originati dal sisma “tra edifici pubblici e privati nei territori colpiti, di cui 75 milioni nel solo Comune di Tredozio e circa 15 milioni in quello di Rocca San Casciano”.

Nell’atto ispettivo la dem ricorda anche come “a circa un anno dal tragico evento il conto era di circa 170 sfollati e 50 edifici inagibili a Tredozio, mentre a Rocca San Casciano 46 edifici lesionati, di cui 30 completamente inagibili e 16 parzialmente, con 25 famiglie sfollate”.

A fronte di un contributo pari a circa 30 mila euro erogato dalla Regione per ciascuna unità immobiliare privata per uno stanziamento complessivo di quasi 5 milioni di euro, Ancarani lamenta il permanere di “gravi criticità per quanto riguarda gli edifici pubblici, per i quali servirebbero 17 milioni solo a Tredozio e circa 4,8 milioni a Rocca San Casciano, con soli 2-3 milioni finora ricevuti per i primi interventi su cimiteri e beni monumentali”.

Tra gli edifici ancora inagibili a Tredozio, la consigliera ricorda la casa protetta, le scuole (per le quali il governo ha assegnato 4 milioni per la ricostruzione dell’edificio danneggiato), la torre dell’orologio, Palazzo Fantini, la chiesa di san Michele e lo stesso palazzo comunale i cui uffici sono stati temporaneamente trasferiti.

“A fronte di un grande spirito di resilienza e collaborazione mostrato dalla popolazione -continua Ancarani- gli interventi avviati, sia pubblici che privati, sono ad oggi rallentati dalla rigidità delle procedure ordinarie, che risultano incompatibili con i tempi stringenti della ricostruzione post-calamità, mentre la certezza di copertura statale dei danni, consentirebbe alla Regione di anticipare le risorse in favore dei comuni colpiti, garantendo tempi brevi per la ricostruzione e l’effettiva ripartenza dei territori interessati”.

Dalla situazione descritta e dal contemporaneo iter in Parlamento per la conversione del decreto legge 65/2025 riguardante le alluvioni registrate in Emilia-Romagna, Toscana e Marche oltre al fenomeno del bradisismo nei Campi Flegrei, Valentina Ancarani ipotizza “una cornice normativa utile e tempestiva per includere anche gli effetti del terremoto del 18 settembre 2023, garantendo strumenti straordinari di intervento e adeguate risorse finanziarie” e, in aggiunta alla sollecitazione principale, chiede anche “quali ulteriori iniziative la Regione intenda porre in essere, in collaborazione con il governo e con gli enti locali interessati, per assicurare tempestivi interventi di assistenza alla ricostruzione e ristoro dei danni subiti alle comunità colpite”.

(Luca Boccaletti)

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