Le pessime perfomances” del progetto Fico non incidano su CAAB e su “un ulteriore peggioramento degli assetti urbanistici del quadrante nord est di Bologna”. Lo chiede, in un’interpellanza alla Regione, la consigliera Giulia Gibertoni (Misto), secondo la quale “il fallimento del progetto Fico avrebbe influito sulla scelta della Regione Emilia-Romagna di recedere dalla dismissione delle partecipazioni nella società Cal (Centro agro alimentare e logistica), nel Centro agro alimentare di Bologna (CAAB) e nel Centro agro alimentare riminese”. “I danni conseguenti sia da CAAB che da Fico sono già stati pagati in termini di diritti edificatori sulle aree e sono già visibili sul territorio dal punto di vista urbanistico, con il quadrante a nord est di Bologna già oggi affollatissimo di grandissime, grandi e medie strutture commerciali di vendita di tutti i tipi”, spiega la consigliera. La consigliera nell’atto lamenta la mancanza di assunzione di responsabilità della Regione Emilia-Romagna e del Comune di Bologna che avrebbero dovuto prevedere, già 25 anni fa, “il fallimento del progetto CAAB”. “L’evoluzione della rete del commercio al dettaglio avrebbe dovuto sconsigliare un sovradimensionamento del CAAB che nasce malato di gigantismo fin dall’inizio e pieno di debiti”, spiega la consigliera. Anche 7 anni fa “non c’è stato alcun accenno di comprensione da parte di Regione e Comune delle ragioni che hanno portato al fallimento, ormai conclamato, del progetto Fico”, aggiunge. “Il bilancio dell’annualità 2019 di Fico – come illustra la consigliera nell’atto – avrebbe riportato un fatturato sceso sotto quota 40 milioni di euro”. Anche “il numero dei visitatori del 2019, e quindi in una situazione pre Covid 19, sarebbe ulteriormente crollato quasi dimezzandosi rispetto all’anno precedente, toccando quota 1,6 milioni e ciò a fronte di una previsione iniziale di 10 milioni di visitatori all’anno. Eatalyworld, la società con un capitale versato di 1 milione di euro che gestisce il parco enogastronomico – continua -, ha chiuso l’annualità 2019 con perdite nette di esercizio pari a 3,14 milioni di euro”. Secondo la consigliera anche la stessa scelta di Eataly come general contractor di tutta l’operazione sarebbe avvenuta “senza nessuna procedura concorsuale o a evidenza pubblica e senza che la società prescelta potesse vantare una esperienza pregressa”. Il fallimento del progetto Fico sarebbe riconducibile, secondo Gibertoni, sia al suo stesso “lato esperienziale, esaltato nella pubblicità e che il pubblico si aspettava di trovare e che invece non esisteva”, che alla “mancanza di comunicazione tra i lavoratori stessi nel parco”. Il lockdown, per Gibertoni, avrebbe soltanto “accelerato un processo di crisi già in atto fin dai mesi della sua apertura. Se molti locali all’interno di Fico sono costretti a chiudere oggi – spiega – è perché la gestione del parco ha sempre ignorato i problemi dei vari store, dedicando poca attenzione al lavoratore”. La consigliera chiede quindi alla Regione di “non peggiorare ulteriormente la situazione il giorno che si dovesse far fronte al definitivo fallimento del progetto Fico ed evitare di coprire le perdite finanziarie in termini di diritti edificatori e di autorizzazioni a trasformazioni urbanistiche”. “
18 Agosto 2020
Territorio. Gibertoni (Misto): Fallimenti Fico e Caab già annunciati, Regione non peggiori assetto urbanistico
In un’interpellanza la consigliera sottolinea che “i danni conseguenti sia da CAAB che da Fico sono già visibili sul territorio dal punto di vista urbanistico, con il quadrante a nord est di Bologna già oggi affollatissimo di grandissime, grandi e medie strutture commerciali di vendita di tutti i tipi”
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18 Agosto 2020


