La Commissione europea ha presentato le misure italiane ed europee per contrastare gli incendi boschivi che colpiscono il nostro Paese. Il 2024 si presenta già a rischio elevato e sarà molto impegnativo sul piano della risposta per le Regioni, per la Protezione civile italiana e per quella europea.
In un incontro con la stampa, che si è tenuto online il 14 maggio, sono state analizzate le cause e illustrati gli interventi programmati per fare fronte alla piaga degli incendi che distruggono centinaia di ettari di vegetazione ogni anno. Il briefing ha visto la partecipazione in videocollegamento di una ventina di giornalisti di diverse testate ed è stato moderato da Alessandra Marino, capo ufficio stampa della Commissione europea. Una risposta alle emergenze, in Europa e in Italia, che ha visto al tavolo i più autorevoli esperti del settore. All’incontro hanno partecipato Francesco Pontiroli, capo settore “RescEU” della direzione generale per la Protezione civile e le Operazioni di aiuto umanitario europee della Commissione europea, e Luigi D’angelo, direttore dell’Ufficio operativo per il coordinamento delle emergenze del dipartimento della Protezione civile italiana. La stagione estiva porta con sé l’aumento del rischio incendi e vari incontri si stanno svolgendo in altri Paesi Ue fra i più colpiti dagli incendi.
PROTEZIONE CIVILE EUROPEA
Il capo settore Pontiroli Gobbi ha illustrato l’attività della Protezione civile europea (Ercc), che opera 24ore al giorno sette giorni su sette negli Stati membri ma anche nei Paesi che richiedono l’assistenza dell’Unione europea. In un anno, Ercc, che comprende anche gli aiuti umanitari, riceve circa 700 richieste di aiuto. In Europa i picchi di incendi boschivi si sono registrati tra il 2007 e il 2012 e nel periodo 2023-2024 i numeri sono già elevati. Il massimo, invece, si è riscontrato nel 2017 quando è stata colpita l’Europa meridionale, in particolare Portogallo e Grecia. Il tecnico ha sottolineato, però, come ci sia un aumento anche nell’Europa centrale, in Paesi di solito non colpiti dagli incendi. Nel 2023 l’Italia è stato il secondo Paese per aree devastate dal fuoco dopo la Grecia. E già ad aprile e maggio si sono registrati interventi superiori alla media, “un indicatore non positivo” ha sottolineato Pontiroli Gobbi. I due elementi scatenanti sono le alte temperature e la diminuzione delle piogge.
L’Europa ha una flotta anticendio di 28 aerei (per lo più Canadair) e 4 elicotteri, oltre a veicoli, team di esperti e studio di “buone pratiche”. In 12 Paesi si mettono a disposizione 550 vigili del fuoco, sempre in stand-by, e l’Italia ha dislocato 25 vigili in Francia vicino a Marsiglia. La Commissione europea ha investito 600 milioni di euro per acquistare 12 velivoli anfibi, che saranno operativi fra qualche anno e saranno destinati a coprire i Paesi più colpiti, fra cui l’Italia. Il nostra Paese partecipa alla flotta europea con 2 Canadair, due aerei leggeri e i 25 pompieri. “L’obiettivo della Ue – ha evidenziato Pontiroli Gobbi – è di raddoppiare i fondi per la lotta agli incendi”. L’Europa, infine, valuta i sistemi antincendio nazionali e la loro capacità di risposta alle emergenze.
PROTEZIONE CIVILE ITALIANA
Anche il direttore D’Angelo ha sostenuto che si prospetta un 2024 impegnativo, soprattutto al Centro e al Sud del Paese. La stagione di attività anti incendio va in genere dal 15 giugno alla fine di settembre, ma quest’anno il termine è stato prolungato fino al 15 ottobre. La prima risposta è in capo alle Regioni, che operano attraverso interventi sulla vegetazione, allestimento di sale operative, squadre di volontari di Protezione civile, vigili del fuoco e flotte aeree. Tutte le Regioni, le cui richieste sono in media 1.000 l’anno, sono supportate dallo Stato.
Lo Stato italiano dispone di 34 velivoli Canadair – la flotta più consistente in Europa – 6 elicotteri e altri mezzi soprattutto dei carabinieri e della Difesa (esercito, marina, aeronautica). In estate, grazie ai gemellaggi e agli accordi fra le Regioni, molti volontari della Protezione civile si spostano dal Nord al Sud. Per il 2024 resta cruciale il contrasto alle emergenze, che si articola in due punti sostanziali: avvistamento precoce e prevenzione degli atti dolosi o colposi che generano gli incendi. Ad esempio, la Protezione civile avverte i carabinieri quando le condizioni meteo sono favorevoli allo sviluppo di incendi e i militari avviano controlli sui territori. Da segnalare la Calabria, che lo scorso anno per prima ha utilizzato i droni contro i piromani.
(Gianfranco Salvatori)
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