La Regione chiarisca se è previsto un aggiornamento del Piano per le attività estrattive (Pae) e se tale revisione comporterà una riduzione significativa dei volumi autorizzati di escavazione, con l’obiettivo di diminuire le aree e i quantitativi estraibili, contenere il suolo vergine e promuovere la valorizzazione dei materiali da recupero, nel rispetto dei principi di sostenibilità e tutela ambientale. In particolare faccia il punto sulla sospensione delle attività estrattive a Castelfranco Emilia. A chiederlo è Ferdinando Pulitanò (Fratelli d’Italia) con un’interrogazione sottoscritta anche da Annalisa Arletti.
Per fare il punto sulla vicenda Pulitanò ha ricordato: “Nel mese di settembre 2025 il Tar dell’Emilia-Romagna ha dichiarato illegittima la sospensione delle attività estrattive in località California di Castelfranco Emilia delle società Granulati Donini e Frantoio Fondovalle. Tale provvedimento, risalente al 2019, prevedeva appunto la sospensione delle fasi estrattive fino ad avvenuta revisione del Piae 2009 da parte della Provincia di Modena e al conseguente accertamento del corretto dimensionamento del fabbisogno in termini di volumi di inerti estraibili”.
“Il Piano di escavazione Pae prevedeva una revisione del bisogno di inerti dopo 3 o 5 anni – ha proseguito il consigliere – e queste revisioni non sono avvenute nonostante il Pae 2009 sia scaduto nel 2019 e quindi non più in vigore. Il Tar ha individuato il vizio principale della sospensione attuata dal Comune di Castelfranco – che non si è costituito parte civile – nella mancanza del termine ultimo della sospensione stessa in quanto la legge consente di bloccare l’efficacia di un atto solo per gravi ragioni e per il tempo strettamente necessario con un limite massimo di dodici mesi”.
Da qui l’atto ispettivo per chiedere delucidazioni sull’aggiornamento del Pae.
(Lucia Paci)