Un parere richiesto dalla Regione Emilia-Romagna sui ricorsi pendenti proposti dalla società che intendeva realizzare lo stoccaggio di gas a Rivara di San Felice sul Panaro, in provincia di Modena, chiarisce “l’applicabilità del divieto, che prevede in maniera netta e precisa di ritenere precluse le attività di stoccaggio di gas naturale in acquiferi profondi”.
A ribadirlo è il sottosegretario alla Presidenza della Giunta, Andrea Rossi, rispondendo in Aula a una interrogazione di Giulia Gibertoni (M5s) che chiedeva all’esecutivo regionale un parere sulla norma inserita nel cosiddetto “Collegato ambiente” alla legge di stabilità 2014 sul tema dell’uso di risorse naturali.
Rossi cita l’intervento, su specifico incarico della direzione Attività produttive, dello studio legale Mastragostino, secondo cui “sotto più profili e per più argomenti si può sostenere che la preclusione che riguarda le attività di stoccaggio in acquiferi profondi vale sin da ora”, perchè, “anche se la norma in questione non è ben costruita, pone quantomeno un divieto, per i pubblici poteri, di agire in senso contrario”. In ogni caso, chiariscono poi i legali, “quand’anche venisse fissata l’udienza di discussione del ricorso e il ricorso venisse, in ipotesi, accolto, verrebbero soltanto azzerati i divieti, ma non anche acquisita automaticamente l’autorizzazione chiesta. Dovrebbe al riguardo ripartire un nuovo procedimento, ma su tale procedimento non potrebbero che scattare le preclusioni”.
Gibertoni si è dichiarata “soddisfatta per il parere, augurandomi sia stringente”, perché, spiega, “i cittadini e i comitati che da 10 anni si battono sul territorio vogliono una pietra sopra su un progetto, quello di stoccaggio, che non riescono a capire se sia definitivamente chiuso, perché i pareri hanno sempre margini”. Per questo motivo, annuncia la consigliera, “chiediamo alla Giunta un atto più forte, vogliamo un parere dell’Avvocatura dello Stato, non interno, e del Tar: vogliamo la parola fine dal punto di vista giuridico”.
(jf)