Una scena drammatica quella della rottura degli argini dell’Enza in zona Lentigione nel 2017. Un’esondazione, quella avvenuta nel territorio del comune di Brescello, originata da condizioni climatiche assolutamente particolari, ma sulle cui cause sta indagando la magistratura. Sulle cause che potrebbero aver determinato questo evento, sono ritornati i consiglieri della Lega Maura Catellani (prima firmataria) e Gabriele Delmonte, chiedendo, in un’interrogazione nell’odierna Commissione Ambiente presieduta da Stefano Caliandro, il dettaglio degli interventi compiuti nell’alveo del fiume che separa le Province di Reggio Emilia e Parma nei cinque anni precedenti l’esondazione, dal momento che, secondo Catellani, l’inchiesta attualmente in corso avrebbe individuato due fattori di criticità: la scarsa efficienza delle casse d’espansione a Montecchio e Montechiarugolo e l’abbassamento dell’argine dove è avvenuta l’esondazione”. L’Assessore all’ambiente, difesa del suolo e della costa, protezione civile Irene Priolo, in fase di risposta, ha ricordato come alcuni dettagli tecnici non possono essere forniti proprio in seguito all’attività investigativa della Procura di Reggio Emilia, chiarendo, però, in via generale come “la manutenzione nel quinquennio antecedente il 2017 sia avvenuta regolarmente due volte all’anno per un totale di 150mila euro di spese sostenute, a cui vanno aggiunti altri 150mila euro per attività più puntuali”. “
11 Novembre 2020
Territorio Reggio. Lega: “quale manutenzione fu effettuata sull’Enza prima dell’esondazione del 2017?”
Maura Catellani (prima firmataria) e il collega Gabriele Delmonte chiedono lumi sulle attività svolte nell’alveo del fiume Enza nel periodo antecedente l’esondazione del 2017 in zona Lentigione
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11 Novembre 2020