Chiarire quante case saranno delocalizzare a seguito dell’alluvione di maggio 2023.
I consiglieri Marco Mastacchi (primo firmatario) ed Elena Ugolini, di Rete civica, con un’interpellanza chiedono quante siano le abitazioni che si intende delocalizzare e a quanto ammontino i fondi stanziati per la realizzazione del piano di delocalizzazione – Contributo per l’Autonoma Sistemazione (CAS) a causa degli eventi metereologici del maggio 2023.
“A maggio 2023, il territorio delle province di Reggio-Emilia, Modena, Bologna, Ferrara, Ravenna e Forlì-Cesena è stato interessato da eventi meteorologici di elevata intensità che hanno determinato la perdita di vite umane, una grave situazione di pericolo per l’incolumità delle persone e l’evacuazione di numerose famiglie dalle loro abitazioni. Con decreto del Presidente, è stato approvato il Piano dei primi interventi urgenti di protezione civile e per i nuclei familiari sgomberati o evacuati dalle proprie abitazioni in conseguenza degli eccezionali eventi meteorologici ed è stato previsto un contributo per l’autonoma sistemazione (CAS). La decisione di delocalizzare le case alluvionate ha sollevato numerose preoccupazioni fra coloro che saranno costretti a lasciare le proprie abitazioni in quanto non si è a conoscenza di dove si sarà trasferiti e quali saranno le condizioni delle nuove abitazioni, né su come e quando avverrà la delocalizzazione”, spiega Mastacchi.
Considerato che la mancanza di informazioni crea ansia e stress, rendendo difficile per le persone pianificare il proprio futuro, Mastacchi chiede alla giunta “quante sono le case che si intende delocalizzare e a quanto ammontano i fondi stanziati per la realizzazione del piano di delocalizzazione – Contributo per l’Autonoma Sistemazione (CAS); se non si ritiene opportuno prevedere delle Faq in tema di delocalizzazione, per chiarire eventuali dubbi ai cittadini e per una maggiore trasparenza”.
Alle domande ha risposto la Sottosegretaria alla presidenza Manuela Rontini: “La prima bozza di ordinanza sul tema delle delocalizzazioni contenuta all’interno del Piano speciale straordinario, predisposto dall’allora struttura commissariale del generale Figliuolo, non fu mai approvata perché la stessa Regione ritenne non idoneo il valore di 1.800 euro al mq, da riconoscersi in maniera indistinta nell’intero territorio regionale. Anche a seguito dell’ultima delicata allerta, il tema delle delocalizzazioni è tornato a essere urgente e continua ad assumere una certa rilevanza. L’ordinanza di delocalizzazione è in corso di predisposizione. Abbiamo chiesto un aumento degli indennizzi rispetto alla bozza che avevamo visto. Le aree andranno individuate in collaborazione con la Regione e i Comuni, stiamo parlando di un qualche centinaio di abitazioni che anche per eventi di minor intensità vanno sott’acqua; in questi casi occorre agire con tempestività e dovrà essere gestito con sensibilità e cautela. In alcuni casi sono gli stessi proprietari delle abitazioni a chiedere la pubblicazione del provvedimento per poter ripensare alle loro vite in luoghi sicuri. Abbiamo chiesto al governo di istituire un fondo pluriennale per la messa in sicurezza del territorio. Se è prematuro predisporre delle Faq per un provvedimento che ancora non c’è, voglio confermare che è in corso uno scrupoloso lavoro”.
Il consigliere Marco Mastacchi ha replicato condividendo il fatto che “sicuramente la cifra di 1.800 euro al metro quadro è lontana anni luce dal mercato degli immobili a uso residenziale, soprattutto se parliamo di ricostruzione. È interessante il discorso di interlocuzione con i sindaci e prendo molto positivamente una serie di termini che sono stati utilizzati, come le parole sensibilità e lavoro scrupoloso. Perché mi sono figurato cosa significherebbe per me demolire una casa e andare verso un’altra destinazione”.
(Giorgia Tisselli)