Ambiente e territorio

Zamboni (Europa verde): “Seggiovia del Corno alle Scale, serve la procedure di Via”

Nell’interrogazione, la consigliera chiede alla Giunta di revocare la determina con cui sostiene che basti lo screening. Inoltre, si tratterebbe di un impianto nuovo, e non della modifica di uno esistente, che avrebbe ripercussioni sull’ambiente

Revocare la determina regionale, sulla quale pende un ricorso al Tar, e sottoporre a procedura di Via il progetto della nuova seggiovia all’interno dell’area protetta del Corno alle scale.

In una interrogazione, la consigliera Silvia Zamboni (Europa Verde) chiede la procedura di Via “al fine di garantire un’approfondita valutazione degli impatti ambientali delle opere – con tutta evidenza di nuova realizzazione e non di semplice riqualificazione dell’esistente – su un ambiente compreso in un’area naturale protetta qual è il territorio del Parco del Corno alle Scale, prevedendo specifiche prescrizioni in linea con gli interventi previsti dall’alternativa 4 del Masterplan (“Adeguamento Direttissima e nuova seggiovia Direttissima – Cupolino”), che risultava l’ipotesi più economica e meno impattante dal punto vista ambientale”. L’area insiste sui comuni di Lizzano in Belvedere (Bologna) e di Fanano (Modena). Il 5 maggio 2020, il Comune di Lizzano ha avviato la verifica di assoggettabilità (screening) alla Via. Il 28 gennaio, la Regione, con una determina, ha deciso di escludere il progetto dall’ulteriore valutazione di Via perché, secondo il decreto legislativo 152/06, si tratterebbe di una modifica di impianto esistente e non di un’opera di nuova realizzazione.

La capogruppo rileva contrasti tra la legislazione nazionale e regionale e ricorda che quel decreto prevede invece la Via “per tutti i progetti che ricadono, anche parzialmente, all’interno di aree naturali protette”. Dubbi già esposti in una sua precedente interrogazione. La consigliera riporta anche il parere negativo dato dalla provincia di Modena, che chiedeva una verifica della compatibilità ambientale e che fosse necessaria la Via. Il turismo e la stazione della seggiovia genereranno un impatto sul territorio e “si ritiene che debbano essere parte integrante della verifica di compatibilità del progetto rispetto alle caratteristiche ambientali e paesaggistiche del territorio interessato, con questo intendendosi non solo il sedime dell’impianto ma l’intera area che subirà impatti conseguenti alla realizzazione dell’opera”.

Silvia Zamboni, infine, allega alcune fotografie – senza e con la seggiovia – che mostrano lo stato dell’area oggi e come sarà con l’impianto: “Dalle foto appare quindi evidente come molte delle opere previste dal progetto, cerchiate in rosso, siano ‘di nuova realizzazione’ e che queste insistano su porzioni di territorio vergine”.

(Gianfranco Salvatori)

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