La Giunta valuti la riformulazione delle disposizioni che hanno modificato la normativa sull’Iva degli enti del Terzo Settore, per evitare un appesantimento burocratico nella disciplina e nella gestione della contabilità dell’associazionismo no-profit.
E’ l’obiettivo di una risoluzione presentata dal consigliere Marco Fabbri (Partito democratico) e sottoscritta anche da Federico Amico (Emilia-Romagna Coraggiosa).
La richiesta alla Regione è quella di “attivarsi in tutte le opportune sedi istituzionali affinché si valuti la riformulazione delle disposizioni che intervengono sul cambio di regime fiscale, al fine di evitare un appesantimento burocratico nella disciplina e nella gestione della contabilità al mondo del no-profit”. Inoltre, si chiede di sollecitare i ministeri competenti “perché la relazione sulla fiscalità degli enti di Terzo settore sia completata e inviata alla Commissione Europea”.
I consiglieri riepilogano le modifiche contenute nel Dl Fiscale, dovute ad alcuni emendamenti relativi all’Iva che penalizzano le imprese del no-profit, agendo su due discipline importanti per il terzo settore: l’esercizio di impresa e le operazioni esenti dall’imposta. L’Emilia-Romagna è una della regione che vede un forte attivismo del terzo settore, con tante associazioni di volontariato e cooperazione sociale. “Dopo il 2017, ovvero dall’approvazione del D.lgs 117/2017, come correlato- scrivono Fabbri e Amico- doveva essere redatta una relazione dal ministero del Lavoro e dal ministero dell’Economia e della Finanza, circa la fiscalità specifica per gli enti di Terzo settore, compresi quelli associativi, da inviare alla Commissione Europea per rideterminare l’assetto fiscale di detti enti alla luce della riforma nazionale”. Una relazione, però, non ancora completata.
(Gianfranco Salvatori)