Infrastrutture e trasporti

Tlc. Banda ultra larga, Borgonzoni e Marchetti (Lega): “quante e quali zone ne sono sprovviste?”

Nell’interrogazione focus anche sull’attuale situazione derivata dall’emergenza coronavirus: “Si sono predisposti per gli studenti senza una connessione internet sistemi alternativi per la didattica?”

Lucia Borgonzoni (Lista Borgonzoni presidente)

L’attuale copertura del territorio regionale con banda ultra larga per l’accesso a internet è al centro di un’interrogazione presentata da Lucia Borgonzoni Daniele Marchettii (Lega). I due consiglieri invitano l’esecutivo regionale a spiegare “quali e quante sono le zone senza banda ultra larga, quali e quante quelle completamente scoperte da connessione (le zone bianche) e, per entrambe, quanti sono gli studenti che ci vivono all’interno”.

Domande basate sulle dichiarazioni rilasciate lo scorso agosto dall’ex vicepresidente della Regione Raffaele Donini che, durante un’informativa sull’avanzamento dei lavori e dei cantieri aperti nelle aree bianche, promise che nel 2021 l’Emilia-Romagna sarebbe stata “la prima Regione ad assicurare a tutti i cittadini l’accesso al web con connessione veloce e affidabile, ad almeno 30 Mbps”. Non solo: Borgonzoni e Marchetti riportano i dati ufficiali del ministero dello Sviluppo economico relativi al Piano strategico banda ultra larga che, per quanto riguarda l’Emilia-Romagna, recitano: “Copertura Nga (Next generation access, con velocità di connessione in download di almeno 30 Mbit/s) del 48,9% di cui solo il 14,5% di copertura Nga-Vhcn (Very high capacity networks, cioè con una velocità di connessione notevolmente maggiore di 100Mit/s in download che può raggiungere il Gbit/s)”. E chiedono “quando è prevista la copertura al 100% del territorio regionale di connessione internet e quando si prevede che si possa portare la banda ultra larga alla sua massima portata”.

Infine, Borgonzoni e Marchetti prendono in considerazione anche l’attuale emergenza coronavirus: “Richiede misure per introdurre una didattica a distanza- scrivono nell’atto ispettivo- utilizzando la rete e collegando tutti gli studenti online per una lezione di gruppo con il docente collegato. Visti i dati- rimarcano- non è detto che le famiglie possano contare sui dispositivi necessari. È vero che basta avere uno smartphone in casa ma serve anche una buona e stabile connessione”. E quindi domandano: “Se si sono predisposti per gli studenti senza una connessione internet sistemi alternativi per la didattica”.

(Andrea Perini)

Infrastrutture e trasporti