Infrastrutture e trasporti

Tlc. In commissione Bilancio il punto sulla banda larga in Regione e sul digital divide, cresce il fascicolo sanitario elettronico

Presentata la relazione sulla clausola valutativa della legge 11 del 2004 “Sviluppo regionale della società dell’informazione” che punta a un’Emilia-Romagna ‘full digital’ entro il 2025. Molta strada da fare ancora secondo Facci (Fdi) e focus di Molinari (Pd) sulla copertura da rete mobile nelle aree bianche e grigie

Presentata oggi davanti alla commissione Bilancio, presieduta dal vicepresidente Roberto Poli del Partito democratico, la relazione sulla clausola valutativa della legge regionale 11/2004 “Sviluppo regionale della società dell’informazione”.

Il tecnico della giunta, Dimitri Tartari, ha esposto i punti della clausola e lo stato di avanzamento dell’agenda digitale dell’Emilia-Romagna approvata nel 2016, che ha come obiettivo la completa digitalizzazione della Regione entro il 2025. Tartari ha descritto i quattro assi di intervento dell’Agenda: infrastrutture, dati e servizi, competenze e comunità.

I quattro assi. L’asse delle infrastrutture insiste sul potenziamento della banda larga secondo i target nazionali ed europei, ovvero il 100% della copertura a 30 mega e l’85% della copertura a 100 mega entro il 2020. L’obiettivo è poi “di incrementare la diffusione della fibra ottica, che attualmente riguarda 176 aree produttive nel territorio. Puntiamo inoltre ad aumentare i punti di accesso wifi libero e gratuito. Al momento sono oltre 8.000 i punti connessi con wifi e sono attivi tre dei quattro data center previsti dall’agenda”.

“L’asse dei dati e dei servizi- ha continuato Tartari- consiste nel rendere disponibili e accessibili alla cittadinanza i portali digitali della Pa, soprattutto quello sanitario e il servizio alle imprese, che in agenda era in fase di completamento e che oggi è a disposizione di circa 80 comuni”.

L’asse delle competenze, ha proseguito il tecnico, punta a rafforzare le competenze digitali, individuando come priorità l’obiettivo di una scuola digitale: “Sotto questo profilo l’Emilia-Romagna è la regione con più scuole in Italia a banda ultra larga, oltre un migliaio; dato che risulta omogeneo anche nelle aree montane”.

L’ultimo asse, quello della Comunità, intende invece realizzare una co-progettazione tra pubblico e privato che raggiunga gli obiettivi operativi e che amplifichi le politiche ‘full-digital’ dell’Emilia-Romagna. Fondamentale il contributo del festival itinerante “After”, che ha il compito di sensibilizzare la consapevolezza sul digitale e sui rischi che esso comporta.

Bene il fascicolo sanitario regionale. Attualmente, ha segnalato il tecnico, si distingue l’attuazione delle Agende digitali locali nel 39% dei comuni. Inoltre le registrazioni al fascicolo sanitario regionale sono cresciute di 200.000 unità in un anno, nel lasso di tempo dall’estate 2018 ad oggi; dato che misura la qualità del servizio. Incrementata poi la digitalizzazione nell’ambito del trasporto pubblico e in crescita, a livello generale, la transizione digitale della Regione che si riflette in un risparmio ingente di tempi e costi, anche per i cittadini”.

Infine, Tartari ha illustrato i benefici della piena realizzazione digitale della Regione, focalizzandosi sul ruolo strategico di Lepida, lo strumento operativo che pianifica, gestisce e sviluppa le piattaforme digitali e a contenuto multimediale dell’Emilia-Romagna, compresi contabilità anagrafica e monitoraggio ambientale.

La parola ai consiglieri. L’esponente di Fratelli d’Italia, Michele Facci ha sottolineato come ci sia ancora molto lavoro da fare per colmare il gap digitale e per raggiungere l’obiettivo di una parificazione territoriale entro il 2025 e ha evidenziato che “spesso il rapporto costi-benefici gioca un ruolo importante per garantire un’uguale copertura digitale anche nelle aree a scarsa densità abitativa e poco appetibili per gli investitori. In ottica regionale, tali calcoli devono essere solo residuali e mi auguro che il divario venga davvero superato nei tempi previsti”.

Il tecnico ha ricordato che sono circa 225 milioni tra fondi Ue gestiti dalla Regione e del governo, per colmare il divario tra montagna e pianura, investendo in particolare nelle aree bianche, dove non si registra l’interesse dei privati per un’adeguata copertura di rete. Non vanno però dimenticate le aree grigie, caratterizzate da un unico operatore, “che necessitano di risorse significative”.

Gian Luigi Molinari del Partito democratico ha chiesto se le zone bianche e grigie siano interessate anche da problemi della telefonia mobile e quale sia la direzione in questo senso delle risorse europee. Tartari ha risposto che il piano di investimenti e la realizzazione della banda ultra larga saranno in futuro funzionali a risolvere tali problematiche e a migliorare la qualità della navigazione su rete mobile. Infine uno sguardo alla partita del 5g: “Si prevedono finanziamenti consistenti che avranno l’obbligo di coprire anche le zone di norma considerate come fallimento del mercato”.

(Nicoletta Pettinari)

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