La copertura digitale del territorio regionale, in particolare per quanto concerne la banda larga e ultra larga, relativamente agli obiettivi fissati dall’Agenda digitale europea, è oggetto di una interrogazione presentata da Gian Luca Sassi, primo firmatario, Andrea Bertani, Giulia Gibertoni e Raffaella Sensoli (M5s).
I consiglieri prendono spunto dai dati riportati da Infratel Italia S.p.A., “società in house del ministero dello Sviluppo economico e soggetto attuatore dei Piani banda larga e ultra larga del Governo, che opera in particolare con l’obiettivo di ridurre il digital divide e di sostenere il processo di copertura digitale con particolare attenzione per le aree a fallimento di mercato”. In base a questi dati, spiegano, “nel 2018 il livello di mancata copertura digitale del territorio emiliano-romagnolo sarà pari al 46%: un dato analogo a quello della Lombardia, ma peggiore di quello della Liguria e di molte realtà del Sud, ove importanti investimenti pubblici dovrebbero ridurre fortemente, se non annullare, il digital divide”. In particolare, sottolineano, “se analizziamo due dati, il 39% dell’obiettivo di copertura ad almeno 30 Mbps e il 4,53% dell’obiettivo di copertura a 100 Mbps, che corrispondono al 1,36% rispetto al 30% dell’obiettivo da raggiungere nel 2020, la differenza rispetto agli obiettivi dell’Agenda digitale europea appare difficilmente colmabile”.
Gli esponenti M5s, pertanto, chiedono alla Giunta “quale sia lo stato di attuazione e quali i modelli scaturiti dallo studio ‘Ultranet-Banda larga’ finanziato dalla Regione e finalizzato a verificare la fattibilità di architetture tecnologiche e infrastrutture per l’introduzione della banda ultra larga nel territorio regionale”. Domandano, inoltre, “quali interventi siano previsti nelle aree cosiddette a fallimento di mercato (o aree bianche), quali ambiti territoriali siano sostenuti da interventi privati e quali da interventi pubblici e quale sia il quadro delle risorse disponibili, con particolare riferimento alle risorse messe a disposizione per la regione dal Cipe”. Chiedono, infine, “se e come siano integrate o coordinate fra loro le risorse di fonte nazionale e quelle del Programma di sviluppo rurale (Psr) o di altri fondi europei”.
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(lg)