Il passaggio del personale da Fer (Ferrovie Emilia-Romagna) a Rfi (Rete Ferroviaria Italiana) è al centro di un’interrogazione della Lega Nord.
“Il decreto legislativo del 2017,” si legge nell’atto, “non obbligherebbe le Regioni al trasferimento delle reti ferroviarie regionali a quella italiana perché il Patto per la mobilità sottoscritto da tutte le parti,” prevedeva in un punto anche “la possibilità di passaggio di titolarità in cambio di investimenti certi”. Nonostante ciò, “lo stesso giorno in cui è stato firmato il Patto, la Regione Emilia Romagna, Rfi e Fer hanno sottoscritto un primo accordo sul passaggio delle reti regionali”. I consiglieri leghisti, però, fanno presente che “tre linee Fer non possono essere cedute, come quelle di Ferrara-Codigoro, Modena-Sassuolo, Reggio Emilia-Ciano” e chiedono alla Giunta “quale sarà il loro futuro” e “quali saranno le conseguenze per il servizio e l’utenza”.
Inoltre, in altre linee sono già in corso “progetti di ammodernamento e attrezzaggio” e in programma “cantieri per l’elettrificazione”. Il passaggio del personale rischierebbe di “disperdere competenze e professionalità dei lavoratori,” sottolineano i leghisti che chiedono “se vi sia stato un confronto con le parti sociali prima di sottoscrivere l’accordo” e “se ai lavoratori di Fer verranno garantite le condizioni previste dall’armonizzazione tra gli istituti contrattuali nel loro passaggio a Rfi”. Altra richiesta dei consiglieri sapere “perché sia stato contraddetto quanto previsto nel Patto per la mobilità” e, quindi, “quali siano gli investimenti certi di Rfi previsti sulle reti Fer”.
(Francesca Mezzadri)