Infrastrutture e trasporti

Treni. Il M5s chiede alla Giunta il ripristino delle fermate soppresse a Godo, Classe e Misano

Risoluzione dei consiglieri Bertani, Sensoli e Piccinini, che chiedono anche il rimborso agli utenti del costo dei biglietti, “a fronte di un servizio largamente peggiorato”

“La Regione si impegni con Trenitalia a ripristinare le fermate soppresse nelle stazioni di Godo, Classe, nel ravennate, e Misano, nel riminese. E definisca le modalità di rimborso agli utenti del costo dei biglietti, pagati a fronte di un servizio largamente peggiorato”. Questo il contenuto della risoluzione presentata dai consiglieri del Movimento 5 Stelle Andrea Bertani, Raffaella Sensoli e Silvia Piccinini.

Il nuovo orario ferroviario in vigore dal 9 dicembre 2018 – scrivono i consiglieri pentastellati nella risoluzione – “ha provocato consistenti e inaccettabili disagi a pendolari e viaggiatori. Disagi determinati dalla soppressione delle fermate per molti treni nelle stazioni di Godo, Classe e Misano, rendendo sostanzialmente inutilizzabile per chi vi risiede il servizio di trasporto ferroviario dei treni regionali, in particolare per gli spostamenti quotidiani casa-lavoro o casa-scuola”. Senza considerare “le modifiche alle coincidenze delle stazioni tra Bologna, Imola e Castelbolognese (Bologna San Vitale, San Lazzaro, Ozzano, Varignana, Castel San Pietro) e le stazioni successive in direzione Rimini, obbligando molti pendolari a tempi di percorrenza superiori a quelli preesistenti anche di tre quarti d’ora, con incomprensibili allungamenti del percorso (ritorni a Bologna o a Rimini) e consistenti incrementi dei costi dell’abbonamento, pur a fronte di un servizio largamente peggiorato”.

“Questa scelta- proseguono Bertani, Sensoli e Piccinini- è il frutto delle richieste da parte della Regione, oltre che da una grave sottovalutazione delle esigenze degli utenti e dall’intenzione di annunciare una riduzione dei tempi di percorrenza della tratta Bologna-Ravenna”. Tuttavia questi interventi sono stati effettuati “senza essere in grado, malgrado promesse ed annunci, di raggiungere questo risultato, peraltro indispensabile, se non sottraendo la possibilità di usare il treno a molti altri cittadini”.

(Stefano Chiarelli)

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