L’Expo si avvicina, ma il collegamento ferroviario tra Piacenza e Milano continua ad essere insufficiente per il numero delle corse e inadatto per il tipo di materiale rotabile utilizzato: è pertanto necessario adottare interventi che producano “un’effettiva trasformazione del servizio”.
È quanto segnala Tommaso Foti (FdI) in premessa ad una risoluzione nella quale ricorda che contrariamente a quanto indicato in una riunione tenutasi il 21 luglio 2014 a Bologna alla presenza di tutte le istituzioni coinvolte, nell’agosto successivo in un incontro a Milano “la proposta veniva sostituita da un’altra, drasticamente peggiorativa, che prevedeva la gestione del servizio da parte di Trenord, 4 corse in più in una direzione con treni noleggiati, 12 corse ancora effettuate con i treni del 1965; il servizio svolto per soli 6 mesi; nessuna partecipazione ai costi del servizio da parte della Regione Lombardia”.
La prima proposta, ricorda Foti, prevedeva che “una parte aggiuntiva del servizio venisse svolta da Tper; due treni venissero noleggiati dalle ferrovie svizzere; venissero effettuate 7 più 7 corse verso Milano Centrale, con arrivo a Rogoredo in 35 minuti; venissero sostituiti tutti i treni del 1965; il servizio venisse eseguito per sei mesi”.
Nella risoluzione si impegna pertanto la Giunta regionale a voler promuovere una nuova riunione dei soggetti istituzionali interessati e partecipanti alle precedenti iniziative, in quanto – si legge nel documento – “il servizio ferroviario Piacenza-Milano-Piacenza non necessita di un qualche precario aggiustamento, ma di un’effettiva trasformazione che consenta alle due città di potere essere effettivamente collegate via rotaia”. Cosa che oggi non avviene, sottolinea ancora Foti, sia per il fatto che i collegamenti non coprono tutto l’arco della giornata, sia per il fatto che nelle ore di punta i treni non risultano adeguati, in termini quantitativi e qualitativi, fatta eccezione per il Freccia Bianca.
(is)