“L’Iresa è l’imposta dovuta dall’esercente dell’aeromobile per l’emissione sonora prodotta dagli aeromobili civili per ogni singolo decollo e atterraggio effettuato negli aeroporti del territorio regionale”. Lo segnala Raffaella Sensoli (M5s) in un’interrogazione, dove ricorda che la legge 342/2000, che ha introdotto l’imposta, stabilisce che il gettito che ne deriva, attribuito alla Regione o Provincia autonoma, sia destinato “prioritariamente al completamento dei sistemi di monitoraggio acustico, al disinquinamento acustico e all’eventuale indennizzo delle popolazioni” residenti nelle zone classificate come A e B dell’intorno aeroportuale. Successivamente, con il decreto legislativo 68/2011, l’Iresa è stata trasformata in un tributo proprio delle Regioni. Previsione recepita nella legge regionale 15/2012 dell’Emilia-Romagna, “Norme in materia di tributi regionali”, che ha istituito l’imposta regionale sulle emissioni sonore degli aeromobili e dove sono previste – si legge nel testo – “anche sanzioni amministrative in caso d’inottemperanza o in caso di omesso, insufficiente o tardivo pagamento dell’Iresa” e si stabilisce che il 50% delle entrate derivanti dalla sua applicazione sia destinato agli obiettivi già contemplati dalla legge nazionale.
Sensoli chiede quindi alla Giunta quanto abbia incassato la Regione dall’entrata in vigore di questa imposta e dalle sanzioni previste per i ritardi nei pagamenti o per gli inadempimenti e come siano state utilizzate queste risorse fino ad oggi.
La consigliera invita infine la Regione ad avviare, tramite le Ausl, uno studio epidemiologico sugli effetti provocati dal rumore degli aerei che atterrano e decollano nei residenti in aree confinanti con gli aeroporti, con particolare riguardo per bambini e anziani.
(Tutti gli atti consiliari – dalle interrogazioni alle risoluzioni, ai progetti di legge – sono disponibili on line sul sito dell’Assemblea legislativa al link: http://www.assemblea.emr.it)
(Antonella Celletti)