Imprese lavoro e turismo

Ok a ER Coraggiosa: fondi a case e ostelli in immobili pubblici per attività extralberghiera

Aula approva risoluzione di Amico: “La Regione emani un nuovo bando per gli edifici con capacità ricettive, promuovendo un’alternativa agli affitti brevi che fanno venire meno la disponibilità di case per affitti medio-lunghi facendo impennare i prezzi”

E’ stata approvata – anche con i voti della minoranza – la risoluzione di ER Coraggiosa che impegna la giunta a emanare un nuovo bando per contribuire alla riqualificazione delle case per ferie, degli ostelli e dei rifugi che esercitano la propria attività extralberghiera in immobili di proprietà pubblica. E’ la richiesta contenuta in una risoluzione del consigliere Federico Alessandro Amico (ER Coraggiosa) nell’ottica di promuovere un’alternativa agli affitti a breve durata.

In Emilia-Romagna, nel 2023, si sono registrati 62 milioni di turisti, dati superiori a quelli della pandemia del 2020, ha scandito Amico. “Negli ultimi anni – ha spiegato il consigliere – a fronte di un incremento costante dei flussi turistici nelle città, si è registrata un’esplosione degli affitti turistici a breve durata, il cosiddetto ‘modello Airbnb’, concorrendo a determinare una mancanza cronica di alloggi disponibili per l’affitto di medio o lungo periodo e la conseguente impennata dei prezzi degli affitti ‘ordinari’ ai danni di famiglie di lavoratori e studenti. Per la sola città di Bologna (i dati risalgono all’autunno 2023) e solamente sulla piattaforma Airbnb, il numero degli immobili per gli affitti turistici e di breve durata è passato da circa 800 abitazioni intere e 600 stanze private nel 2015 a circa 1.800 case e circa 1.300 stanze nel 2018. Inoltre, gli alloggi per i quali è stata presentata dichiarazione formale agli enti pubblici risultano molto inferiori agli alloggi effettivamente disponibili sulle piattaforme, con un rapporto stimato di un alloggio dichiarato contro dieci disponibili, innescando così fenomeni di evasione fiscale e di concorrenza sleale fra gli operatori sul mercato”.

“Le strutture definite dalla legge regionale 16 – ha aggiunto Amico – case per ferie, ostelli per la gioventù, rifugi escursionistici ed alpini, di norma, sono di proprietà di enti pubblici e sono gestite da enti di carattere morale o religioso, da associazioni di  promozione sociale, da cooperative sociali, operanti senza scopo di lucro ai fini del turismo sociale e giovanile. Possono essere gestite anche da operatori privati profit, previa convenzione con l’ente pubblico, che regolamenta le tariffe e le condizioni di esercizio dell’attività. Inoltre, queste strutture ricettive privilegiano i gruppi e mantengono legami stretti con le comunità e i territori che le ospitano”.

Per il consigliere Michele Facci (Gruppo misto) “la delibera del 2023 che ha previsto le regole per usare i fondi Por Fesr ha dimenticato diverse realtà meritevoli. Le strutture indicate hanno una funzione importante in un’ottica turistica e di ricettività. In queste attività escluse, che si vogliono reinserire nei finanziamenti, credo non debbano essere considerati solo gli immobili pubblici. Nel Bilancio 2024, c’è un ordine del giorno che dà la possibilità di dare contributi a rifugi alpini di proprietà del Cai, perché si dice che possono usufruire dei fondi anche enti, associazioni e privati, purché siano rifugi alpini. Vedo una disparità di trattamento”.

Secondo Francesca Marchetti (Partito democratico) “i soggetti dell’extralberghiero hanno diverse peculiarità. Le strutture richiamate sono variegate. Oltre a perimetrare i soggetti pubblici e privati è importante realizzare una mappatura che possa essere utile anche ai fini della risoluzione e dare una risposta ai bisogni emergenti in regione. Propongo di avviare un gruppo di lavoro per approfondire l’argomento”.

Simone Pelloni (Rete civica) ha detto che “avevo già chiesto alla giunta di prestare attenzione alle strutture indicate in questa risoluzione. Concordo nell’allargare il campo ad altri immobili. Sono perplesso perché indicando solo la proprietà pubblica si possano creare disparità”.

Gabriele Delmonte (Lega) ha trovato “fuori contesto il richiamo a Airbnb perché sembra che si voglia combattere quel sistema. Manca, poi, il tema delle strutture alberghiere – il vecchio bando prevedeva fondi per ammodernarle. Va valutata la riconversione di edifici, in particolare nei Comuni montani, che oggi non sono strutture ricettive. Infine, se una risoluzione della maggioranza chiede di “valutare” significa che non ci saranno risultati in tempi brevi”.

(Gianfranco Salvatori)

Imprese lavoro e turismo