“Inserimento dell’area nei siti di interesse nazionale”, “messa in sicurezza del sito” e “azioni di promo-commercializzazione come sostegno alla gestione del sito e allo sviluppo complessivo del territorio”: è questo l’impegno che l’Assemblea legislativa richiede alla Giunta regionale per la tutela del Castello di Canossa, in provincia di Reggio Emilia, così come stabilito da una risoluzione presentata dal Gruppo Lega nord, primo firmatario Gabriele Delmonte, e approvata oggi dalla commissione Cultura, scuola, formazione, lavoro, sport e legalità, presieduta da Giuseppe Paruolo, con un sì unanime dopo due emendamenti presentati da Francesca Marchetti e Silvia Prodi (Pd) insieme a Yuri Torri (Sel).
Come rileva il primo proponente Gabriele Delmonte (Ln), “il sito riscontra diversi problemi a causa dell’erosione del suolo, fenomeno distante dal castello di soli 300 metri”; inoltre, fa notare, “a causa del riordino istituzionale il Castello ha perso il sostegno economico dell’ente provinciale, che forniva le risorse per la bigliettazione”. A oggi, “ad esempio, il Castello è aperto solo quando il custode offre la sua disponibilità su esplicita richiesta del sindaco”.
Per ovviare a questi problemi, replica Silvia Prodi (Pd) illustrando gli emendamenti poi approvati con il parere favorevole di tutti i consiglieri, la Regione “ha recentemente preso provvedimenti assegnando alla Provincia 15 mila euro grazie ai quali prolungare fino all’estate l’apertura della struttura”, “ha avviato contatti con il ministero dei Beni e delle attività culturali ai fini di inserire il castello di Canossa tra i 15 siti di interesse nazionale” e, infine, “si è impegnata a ricavare dal bilancio circa 250 mila euro per i primi interventi di messa in sicurezza del castello e dell’area, cui dovrebbero unirsi i 600 mila euro previsti dal piano nazionale contro i dissesti ‘Italia sicura’”.
Yuri Torri (Sel) spiega che “la risoluzione del Gruppo Lega nord è sicuramente meritevole, gli emendamenti sono stati necessari perché dal momento della presentazione ci sono stati molti sviluppi”: secondo il consigliere, si tratta di un atto importante non solo perché “porta l’attenzione su un problema che merita di essere affrontato” ma anche perché “è utile a prevenire altre situazioni simili, al di là dei problemi specifici che riguardano il territorio come il dissesto idrogeologico”.
Firmatari dell’atto, oltre a Delmonte, sono i colleghi di Gruppo Alan Fabbri, Fabio Rainieri, Stefano Bargi, Daniele Marchetti, Matteo Rancan, Marco Pettazzoni, Andrea Liverani e Massimiliano Pompignoli.
(jf)