Via libera in Aula con il sì di Pd, Si e Misto-Mdp e l’astensione di Ln, M5s, Fi, Fdi e Misto-Mns al regolamento che dà gambe alla legge regionale sulle attività di pescaturismo, ittiturismo e acquiturismo. Un provvedimento che aiuterà i pescatori professionisti a integrare il loro reddito offrendo ospitalità, e, nel contempo, permetterà di incentivare forme di turismo esperienziale.
L’obiettivo, come spiega Luciana Serri (Pd) è anche quello di valorizzare il patrimonio socio-economico ed ambientale delle aree regionali bagnate da acque marine e interne e promuovere la multifunzionalità delle imprese dedicate alla pesca, trasformando il pescatore in un imprenditore ittico. “L’interesse è che il pescatore-imprenditore avvicini alla pesca sportiva e all’escursionismo i turisti mantenendo però un giusto equilibrio con l’attività principale di pesca”.
Da qui il regolamento che stabilisce alcune norme su posti letto, somministrazione pasti e bevande, coperti, fornitura di beni e servizi. Ad esempio, si chiarisce che le strutture dedicate all’ospitalità potranno essere anche a bordo di imbarcazioni, oppure le proprie abitazioni, ma dovranno essere conformi a norme igienico-sanitarie e a standard urbanistici. Non più di dodici posti letto, massimo quattro per ogni camera. E per la somministrazione di pasti e bevande non sono previsti più di dodici coperti. Approvato anche un ordine del giorno che chiarisce questo aspetto. “È importante stabilire dei limiti” conferma Serri.
“Un provvedimento di buon livello, ma che però manca di coraggio” commenta Marco Pettazzoni (Lega Nord): “il fatto che il pescaturismo sia legato al termine di impresa ittica potrebbe risultare un’arma a doppio taglio”. Per questo il leghista propone un ordine del giorno dove si chiede di vietare l’iscrizione al registro di imprenditori a chi ha tenuto condotte riconducibili al bracconaggio ittico. “Questo business potrebbe alimentare pratiche dannose, i pescatori potrebbero non tutelare i corsi d’acqua per trarre profitto”.
Ma l’ordine del giorno viene respinto e Serri precisa “Il problema del bracconaggio è serio, ma il regolamento dà già per scontato che il pescatore abbia una licenza di pesca professionale– che non potrebbe essere mantenuta con comportamenti scorretti”.
“Bene offrire un reddito aggiuntivo a quello legato all’attività di pesca”, commenta Andrea Bertani (M5s), “ma soprattutto speriamo che il regolamento faccia emergere nel circuito della legalità quelle attività ricreative e legate al turismo che non sono normate”. Il consigliere chiede anche attenzione a che il fenomeno non entri in concorrenza sleale con altre attività ecoturistiche.
Per Andrea Galli (Fi), al contrario, “queste iniziative potrebbero essere complementari a quelle commerciali”. Secondo il consigliere si tratta di un “provvedimento utile per alimentare il turismo nel Delta del Po e in altre aree, e di richiamo per chi viene da fuori regione”.
(Francesca Mezzadri)