L’Aula ha approvato a larga maggioranza il progetto di legge “Disciplina per l’avvio e l’esercizio dei condhotel e per il recupero delle colonie”, che detta regole e requisiti per avviare e gestire i condhotel, una formula ricettiva mista che prevede, nelle stesse strutture alberghiere, la compresenza di camere classiche e alloggi privati.
Si tratta di un intervento legislativo – ha spiegato la consigliera del Pd relatrice di maggioranza – che si pone un duplice obiettivo: arricchire la proposta turistica attraverso una diversa tipologia di offerta adeguata agli standard internazionali nonché riqualificare e migliorare le strutture ricettive, disciplinando i requisiti e le condizioni di esercizio che gli alberghi devono avere per diventare condhotel e armonizzando la normativa regionale con quella statale in materia di strutture ricettive e di edilizia. Nel merito della proposta di legge – ha evidenziato la relatrice – gli albergatori potranno destinare fino a un 40% della superficie delle camere alla realizzazione di alloggi da vendere a privati, a condizione che le risorse ricavate dalla vendita siano destinate alla riqualificazione degli edifici e al miglioramento dei servizi e dello standard di qualità. Il gestore della struttura si impegna a garantire, ai proprietari delle unità abitative, i servizi alberghieri a partire dalla portineria unica sia per gli ospiti dell’hotel che per i proprietari delle abitazioni. I proprietari delle nuove unità abitative si impegnano a loro volta a rispettare le modalità di conduzione del condhotel, a garantire gli standard e l’omogeneità estetica dell’immobile in caso di interventi edilizi. Ogni proprietario potrà utilizzare in via esclusiva le proprie singole unità abitative per l’intero o per un limitato periodo di apertura effettiva dell’intera struttura turistico-ricettiva. Nei periodi in cui le unità abitative non sono riservate dal proprietario, l’alloggio residenziale potrà essere dato in disponibilità al gestore unico della struttura, affinché siano assegnate alla clientela per il servizio ricettivo alberghiero. Gli interventi che possono essere realizzati puntano sia alla crescita degli standard di qualità sia alla sicurezza, prevedendo, ad esempio, per gli edifici che non possiedono i requisiti sismici, anche interventi di demolizione e ricostruzione con eventuale ampliamento limitatamente alle eventuali premialità di superficie previste dagli strumenti urbanistici comunali.
La possibilità della trasformazione in condhotel – ha sottolineato la dem – è stata estesa anche alle colonie marittime e montane: una misura antidegrado che tiene conto della specificità dell’Emilia-Romagna, dove questi edifici sono molto diffusi, e che permetterà il pieno recupero di importanti complessi immobiliari, risparmiando, allo stesso tempo, suolo pubblico. La proposta – ha precisato l’esponente del Pd – si applica alle strutture ricettive esistenti, intendendosi a tal fine gli immobili esistenti alla data di entrata in vigore della legge regionale con destinazione ricettiva alberghiera, indipendentemente dal fatto che l’attività alberghiera sia avviata, sospesa o cessata. Rilevante sarà il ruolo dei Comuni, che saranno chiamati a pianificare le zone e le modalità di attuazione di questa nuova formula ricettiva mista, sulla base delle peculiarità e delle esigenze delle diverse realtà, dentro il quadro disegnato dalla Regione.
Per il relatore di minoranza della Ln con il progetto di legge si apre una nuova pagina della ricettività turistica dell’Emilia-Romagna, che viene messa al passo di altri paesi e regioni d’Europa dove i condhotel sono una realtà consolidata. L’obiettivo è di attrarre un numero più ampio di turisti, inserendo nell’offerta alberghiera anche questa nuova tipologia che ha le caratteristiche di una casa vacanza ma con servizi di qualità e comfort di un hotel. Un’ottima alternativa – ha puntualizzato il leghista – per quel target di viaggiatori, in continua crescita, che preferisce strutture ricettive extra-alberghiere. In fase attuativa delle norme – ha concluso il relatore di minoranza – si dovrà vigilare su due possibili criticità, vale a dire che la legge non sia appannaggio solo di multinazionali del settore o fondi di investimento e che le spese straordinarie o le spese di manutenzione dei condhotel siano ripartite in modo equo tra albergatori e proprietari degli alloggi, non essendo queste strutture normali condomini.
Il M5s ha espresso apprezzamento per la proposta di legge, in quanto potrà consentire un rilancio della ricettività turistica attraverso la riqualificazione delle strutture alberghiere e il recupero di immobili in disuso e spesso in degrado come le colonie. Il tutto senza ulteriore consumo di suolo. I consiglieri, però, non hanno mancato di proporre – tramite alcuni emendamenti e un ordine del giorno, respinti dalla maggioranza – un monitoraggio puntuale degli impatti della legge e delle dinamiche dei flussi turistici.
Per Fdi i condhotel sono una formula ricettiva che garantisce vantaggi, anche in termini di rendita, sia agli albergatori sia ai proprietari degli alloggi, in quanto si configura come una casa-vacanza con i servizi di un hotel. Si tratta di una novità interessante nel panorama dell’offerta turistica che può portare vantaggi specie per le strutture alberghiere più vetuste. L’attesa ora – ha concluso il consigliere – è per le norme attuative che la Regione dovrà varare.
Un consigliere del gruppo Misto ha invitato la Regione a monitorare con attenzione gli interventi edilizi che verranno effettuati, specie per il recupero delle colonie, che ritiene il vero punto di forza della legge, in modo da correggere eventuali criticità con la massima tempestività.
Per il gruppo Misto-Mns la legge potrà aiutare anche la ricettività turistica in Appennino, ma, come dimostrano gli studi sui mercati turistici maturi, i condhotel funzionano appieno nelle località turistiche più rinomate e nelle strutture alberghiere più esclusive.
Fi, nell’esprimere piena condivisione per la legge, ha raccomandato alla Regione di pubblicizzare quanto più possibile il provvedimento e di vigilare affinché non si generino effetti distorsivi sul mercato.
Per Si la legge è un esempio autentico di sviluppo sostenibile, in quanto persegue il recupero edilizio e la rigenerazione urbana per finalità turistiche senza consumo di suolo.
(Luca Govoni)