Sanità e welfare

Ucraina/2. La solidarietà dell’Emilia-Romagna vale quasi due milioni di euro (i commenti)

Il Pd: siamo stati tempestivi e trasparenti. Fi: serve sostegno psicologico per chi ha subito traumi. M5 Stelle: puntare sull’apprendimento della lingua italiana. ER Coraggiosa: l’obiettivo resta la pace. Fdi: i cittadini hanno dimostrato grande sensibilità. Lista Bonaccini: fatto un buon lavoro in tempi veloci. La soddisfazione della presidente Marchetti: questi risultati sono il frutto di un lavoro corale

Un forte ringraziamento per la generosità di cittadini, associazioni di volontariato e Comuni. La richiesta di potenziare e rafforzare l’impegno per il popolo ucraino martoriato dalla guerra.

E’ quanto è emerso dal dibattito avvenuto nel corso della commissione Cultura presieduta da Francesca Marchetti che ha fatto il bilancio della legge approvata l’anno scorso nelle prime settimane di guerra.

La presidente Francesca Marchetti ha sostenuto che “è stato valorizzato il grande raccordo istituzionale della Regione. Ora sarà richiesto un impegno insieme con l’Ufficio scolastico regionale, legato al tema dei minori e dell’impatto psicologico che hanno subito dalla guerra e dalla fuga dal loro Paese, che richiedono un accompagnamento continuo. Questo meriterebbe un approfondimento. Va evidenziato, poi, il lavoro corale come elemento di valore del progetto di legge”.

L’assessora regionale a Pari opportunità e Cooperazione internazionale Barbara Lori ha spiegato: “I progetti si snodano su due filoni: sostegno alle realtà associative che dalle prime fasi dell’emergenza si sono attivate e attività rivolte all’infanzia attraverso l’interlocuzione con i Comuni. Le priorità individuate sin da subito hanno riguardato i soggetti fragili: donne, bambini, anziani e persone con disabilità. Tutto il territorio regionale è stato largamente mobilitato: alcuni progetti che abbiamo sostenuto sono stati possibili anche grazie alla generosità degli emiliano-romagnoli, privati cittadini e aziende. Cercheremo di impiegare al meglio le risorse residue e rilanceremo la raccolta fondi. Continueremo il confronto coi Comuni per tracciare una prospettiva nuova per il futuro perché il protrarsi del conflitto rende tutto incerto, anche rispetto ai flussi. Abbiamo in programma un momento di confronto e con chi sta operando in territorio di guerra poiché le esigenze sono mutate rispetto alla fase iniziale. La riflessione riguarderà anche la capacità di intervenire in questo momento alla luce della catastrofe accaduta in Turchia e Siria”.

Valentina Castaldini (Forza Italia) ha ringraziato la generosità dei cittadini e le loro donazioni. Poi, riguardo al sostegno e all’accoglienza, la consigliera ha rilevato che “spesso i Comuni avevano fondi che non riuscivano a spendere, mentre altri avevano difficoltà a sistemare famiglie. Uno dei quattro ordini del giorno presentati chiedeva percorsi di formazione e inserimento in azienda fino ad arrivare a un contratto, un altro misure dirette in ambito linguistico. Mi chiedo cosa sia stato realizzato. Per la formazione linguistica è stato fatto molto da parte di volontariato e parrocchie, ma non dagli uffici comunali. Serve formazione e supporto psicologico per i traumi, un accompagnamento personalizzato nella ricerca del lavoro soprattutto per le donne con figli a carico”.

Per Silvia Piccinini (Movimento 5 stelle): “Per andare verso l’integrazione sociale avevamo chiesto di potenziare l’offerta formativa per imparare l’italiano usando anche residui del vecchio Fse perché la lingua rappresenta una barriera vera e propria e conoscerla consente percorsi di autonomia. Questo argomento non è oggetto della clausola valutativa ma va tenuto in considerazione”.

Luca Cuoghi (Fratelli d’Italia) ha sottolineato come “dai cittadini ci sia stato un grande senso di solidarietà. Propongo una riflessione: in aree complesse, in un territorio vasto, con uno stato di guerra, è importante appoggiarsi sì a organizzazioni e volontariato, a chi ha un progetto, ma soprattutto a chi è presente in quel territorio. Il rischio è che alcune esigenze restino meno risposte”.

Stefania Bondavalli (Lista Bonaccini) ha ricordato: “Credo sia stato fatto un buon lavoro in breve tempo. La Regione ha messo in campo lo strumento adatto per spendere i fondi permettendo di agire con trasparenza. L’Emilia-Romagna ha accolto un quarto dei profughi arrivati in Italia e anche questo ha rappresentato uno sforzo importante. La situazione attuale ci richiede un ulteriore impegno: è necessario sin d’ora capire quali sono i nuovi bisogni”.

Federico Amico (Emilia-Romagna Coraggiosa) ha affermato che “l’Emilia-Romagna ha risposto positivamente, sia con la raccolta di cittadini e aziende, sia mettendo in campo azioni di pace, dal sapore di disinnesco del conflitto. Molti gli interventi in regione, dall’accoglienza di 27mila persone, all’aiuto a quelle ammassate ai confini di Polonia e Bielorussia. Grazie al Terzo settore che si sta ancora dando da fare, anche sotto le bombe, aiutando i civili. Non ho visto, nella relazione, il calo della concentrazione di persone: nel Reggiano, ad esempio, molti se ne sono andati o sono stati ridistribuiti in Italia o in Europa. Ci sono numeri riguardo a quei 27mila?”.

Francesca Maletti (Partito democratico) ha aggiunto: “Le principali caratteristiche di questo progetto di legge sono state la tempestività, la trasparenza e l’efficacia. Alcune delle persone arrivate da noi si sono inserite nel mondo del lavoro attraverso percorsi specifici, cosa che ad altri stranieri oggi è precluso. Un disagio che si presenta ancora è quello abitativo mentre funziona bene l’inserimento scolastico. Oggi dobbiamo chiederci come reperire altre risorse per rendere possibile la continuità dei progetti tenendo conto anche delle altre emergenze che si sono presentate”.

(Lucia Paci e Gianfranco Salvatori)

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