Sanità e welfare

Ucraina. La solidarietà dell’Emilia-Romagna vale quasi due milioni di euro

Sono stati coinvolti Comuni, Unioni e associazioni del volontariato laico e religioso

La Torre illuminata colori bandiera ucraina

Tempo di bilancio, in commissione Cultura (presieduta da Francesca Marchetti), per la legge regionale del 2022 a sostegno del popolo ucraino (nella foto la torre della Regione illuminata con i colori della bandiera ucraina) il cui impegno si è mosso lungo due direttive: evacuazione e distribuzione di beni di prima necessità lungo il confine ucraino con Romania e Polonia, accoglienza e sostegno psicologico dei profughi che sono riusciti ad arrivare lungo la via Emilia. Coinvolte associazioni laiche e religiose, Comuni e loro Unioni. La relazione è stata presentata dall’assessore alla Cooperazione internazionale, Barbara Lori.

La presidente Francesca Marchetti ha sostenuto che “è stato valorizzato il grande raccordo istituzionale della Regione. Ora sarà richiesto un impegno insieme con l’Ufficio scolastico regionale, legato al tema dei minori e dell’impatto psicologico che hanno subito dalla guerra e dalla fuga dal loro Paese, che richiedono un accompagnamento continuo. Questo meriterebbe un approfondimento. Va evidenziato, poi, il lavoro corale come elemento di valore del progetto di legge”.

L’assessora regionale a Pari opportunità e Cooperazione internazionale Barbara Lori ha spiegato: “I progetti si snodano su due filoni: sostegno alle realtà associative che dalle prime fasi dell’emergenza si sono attivate e attività rivolte all’infanzia attraverso l’interlocuzione con i Comuni. Le priorità individuate sin da subito hanno riguardato i soggetti fragili: donne, bambini, anziani e persone con disabilità. Tutto il territorio regionale è stato largamente mobilitato: alcuni progetti che abbiamo sostenuto sono stati possibili anche grazie alla generosità degli emiliano-romagnoli, privati cittadini e aziende. Cercheremo di impiegare al meglio le risorse residue e rilanceremo la raccolta fondi. Continueremo il confronto coi Comuni per tracciare una prospettiva nuova per il futuro perché il protrarsi del conflitto rende tutto incerto, anche rispetto ai flussi. Abbiamo in programma un momento di confronto e con chi sta operando in territorio di guerra poiché le esigenze sono mutate rispetto alla fase iniziale. La riflessione riguarderà anche la capacità di intervenire in questo momento alla luce della catastrofe accaduta in Turchia e Siria”.

Gli interventi, svolti da associazioni ed enti locali, sono stati attuati con un finanziamento complessivo di 1.864.206 euro di cui 248.118 euro (50mila euro di fondi regionali afferenti alla legge regionale 12/2002 per rispondere alle necessità umanitarie) messi a bando con 8 progetti già realizzati; 599.340 euro stanziati con un secondo bando per il quale sono stati approvati altri 8 progetti da chiudere entro il 31 dicembre 2023; 500mila euro per il sostegno alla frequenza dei centri estivi in Emilia-Romagna; 516.748 euro per il sostegno ai Comuni e alle Unioni di Comuni per progetti di integrazione dei minori nella comunità.

Nello specifico i progetti già realizzati sono stati: Fondazione Avsi (50.000 euro, aiuto alle popolazioni in fuga dagli scenari di guerra), Comunità Papa Giovanni XXIII (20.000 euro, assistenza ed evacuazione sfollati e profughi interni),  We World (50.000 euro, sostegno psicosociale nei centri di accoglienza di Leopoli), La locomotiva onlus (39.000 euro, cura e sostegno a persone e famiglie colpite dalla guerra), Sant’Antonio dei frati minori (39.000 euro, distribuzione pane per l’emergenza ucraina), Sos Bambino internazionale adoption (26.000 euro, acquisti di apparecchiature mediche e non inviate nei territori più colpiti dal conflitto),  Aiutiamoli a vivere (11.000 euro, raccolta e invio in Ucraina di due tir con 720 scatoloni di beni di prima necessità per la popolazione); Comune di Forlì (11.000, sostegno a popolazioni vulnerabili in fuga dal conflitto).

Entro il 31 dicembre 2023, invece, dovranno essere conclusi i seguenti progetti: We World (84.600 euro per assistenza umanitaria e protezione agli sfollati interni); La locomotiva onlus (90.000 euro, sostegno al piano di emergenza sfollati e assistenza nei campi di accoglienza ucraini); Ibo Italia Odv-Ets (89.500 euro per aiuti umanitari agli ucraini in fuga dalla guerra); Nexus solidarietà internazionale Emilia-Romagna (100.000 euro, emergenza e solidarietà per popolazione ucraina); Fondazione Avsi-Ets (85.600 euro, per emergenza umanitaria a Kharkiv); Comune di Forlì (59.000 euro, per tutela di bimbi e donne ucraine); Fondazione Aiutiamoli a vivere (25.000 euro, sostegno alla popolazione ucraina con l’invio di materiali); Comunità Papa Giovanni XXIII (64mila euro per azioni nonviolente di pace e interventi umanitari in favore della popolazione).

La solidarietà targata Emilia-Romagna ha visto il coinvolgimento di 18 Comuni e 21 Unioni di Comuni: in provincia di Piacenza sono stati erogati 36.400 euro (Piacenza 17.000 euro, Fiorenzuola 9.600 euro, Castel San Giovanni 9.800 euro), in provincia di Parma 38.740 euro (Parma 15.800 euro, Fidenza 4.500 euro, Unione Taro-Ceno 2.790 euro, Langhirano 6.600 euro, Unione Val d’Enza 9.050 euro), in provincia di Reggio Emilia 63.900 euro (Reggio Emilia 34.000 euro, Unione Bassa Reggiana 6.600 euro, Unione Pianura Reggiana 6.600 euro, Scandiano 5.500 euro, Unione Tresinaro Secchia 5.500 euro, Unione Appenino Reggiano 5.700 euro), in provincia di Modena 75.900 euro (Unione Terre d’Argine 10.900, Unione Area Nord 7.800, Modena 26.300, Unione Distretto Ceramico 11.000, Unione Frignano 3.600, Unione Terre di Castelli 9.800, Unione Sorbara-Bomporto 6.500), nella Città Metropolitana di Bologna 109.400 euro (Unione Valli del Reno, Lavino e Samoggia 7.100 euro, Unione Appennino Bolognese 6.500 euro, San Lazzaro di Savena 8.900 euro, Unione Reno Galliera 16.100 euro, Unione Terre d’Acqua 5.500 euro, Bologna 49.900 euro, Nuovo Circondario Imolese 15.400 euro), in provincia di Ferrara 56.800 euro (Cento 8.200 euro, Ferrara 33.800 euro, Codigoro 14.800 euro), in provincia di Ravenna 24.200 euro (Ravenna 13.700 euro, Unione Bassa Romagna 5.500 euro, Unione Romagna Faentina 5.000 euro), in provincia di Forlì-Cesena 33.300 euro (Forlì 15.100 euro, Unione Valle del Savio 9.700 euro, Unione Rubicone e Mare 8.500 euro) e in provincia di Rimini 64.800 euro (Rimini 46.000 euro, Riccione 18.800 euro).

Valentina Castaldini (Forza Italia) ha ringraziato la generosità dei cittadini e le loro donazioni. Poi, riguardo al sostegno e all’accoglienza, la consigliera ha rilevato che “spesso i Comuni avevano fondi che non riuscivano a spendere, mentre altri avevano difficoltà a sistemare famiglie. Uno dei quattro ordini del giorno presentati chiedeva percorsi di formazione e inserimento in azienda fino ad arrivare a un contratto, un altro misure dirette in ambito linguistico. Mi chiedo cosa sia stato realizzato. Per la formazione linguistica è stato fatto molto da parte di volontariato e parrocchie, ma non dagli uffici comunali. Serve formazione e supporto psicologico per i traumi, un accompagnamento personalizzato nella ricerca del lavoro soprattutto per le donne con figli a carico”.

Per Silvia Piccinini (Movimento 5 stelle): “Per andare verso l’integrazione sociale avevamo chiesto di potenziare l’offerta formativa per imparare l’italiano usando anche residui del vecchio Fse perché la lingua rappresenta una barriera vera e propria e conoscerla consente percorsi di autonomia. Questo argomento non è oggetto della clausola valutativa ma va tenuto in considerazione”.

Luca Cuoghi (Fratelli d’Italia) ha sottolineato come “dai cittadini ci sia stato un grande senso di solidarietà. Propongo una riflessione: in aree complesse, in un territorio vasto, con uno stato di guerra, è importante appoggiarsi sì a organizzazioni e volontariato, a chi ha un progetto, ma soprattutto a chi è presente in quel territorio. Il rischio è che alcune esigenze restino meno risposte”.

Stefania Bondavalli (Lista Bonaccini) ha ricordato: “Credo sia stato fatto un buon lavoro in breve tempo. La Regione ha messo in campo lo strumento adatto per spendere i fondi permettendo di agire con trasparenza. L’Emilia-Romagna ha accolto un quarto dei profughi arrivati in Italia e anche questo ha rappresentato uno sforzo importante. La situazione attuale ci richiede un ulteriore impegno: è necessario sin d’ora capire quali sono i nuovi bisogni”.

Federico Amico (Emilia-Romagna Coraggiosa) ha affermato che “l’Emilia-Romagna ha risposto positivamente, sia con la raccolta di cittadini e aziende, sia mettendo in campo azioni di pace, dal sapore di disinnesco del conflitto. Molti gli interventi in regione, dall’accoglienza di 27mila persone, all’aiuto a quelle ammassate ai confini di Polonia e Bielorussia. Grazie al Terzo settore che si sta ancora dando da fare, anche sotto le bombe, aiutando i civili. Non ho visto, nella relazione, il calo della concentrazione di persone: nel Reggiano, ad esempio, molti se ne sono andati o sono stati ridistribuiti in Italia o in Europa. Ci sono numeri riguardo a quei 27mila?”.

Francesca Maletti (Partito democratico) ha aggiunto: “Le principali caratteristiche di questo progetto di legge sono state la tempestività, la trasparenza e l’efficacia. Alcune delle persone arrivate da noi si sono inserite nel mondo del lavoro attraverso percorsi specifici, cosa che ad altri stranieri oggi è precluso. Un disagio che si presenta ancora è quello abitativo mentre funziona bene l’inserimento scolastico. Oggi dobbiamo chiederci come reperire altre risorse per rendere possibile la continuità dei progetti tenendo conto anche delle altre emergenze che si sono presentate”.

(Lucia Paci e Gianfranco Salvatori)

Sanità e welfare