La giunta solleciterà il governo ad adottare una legge che regoli il gioco d’azzardo. L’Assemblea legislativa ha approvato la risoluzione di Federico Alessandro Amico (ER Coraggiosa) e Silvia Piccinini (Movimento 5 stelle) per mettere ordine nel settore, “ponendo al centro la salute delle persone anche a scapito dell’entrata erariale”. In particolare, il consigliere chiede un impegno per “superare l’attuale regime straordinario basato su proroghe e deroghe delle concessioni in essere e di valutare i parametri di pericolosità dei giochi e, in base a questi, vietare quelli a maggior rischio di dipendenza”.
All’esecutivo va poi chiesto di rinviare alcune tipologie di gioco legali “come il Betting exchange che non portano introiti significativi per l’erario, ma si prestano a essere utilizzati dalla criminalità organizzata a fini di riciclo del denaro sporco, un ‘giro d’affari’ che supera quello del traffico di stupefacenti”. Infine, Amico vuole che la giunta chieda al governo “che i dati relativi al gioco d’azzardo vengano resi disponibili senza alcun vincolo sul sito dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, sia per il gioco fisico sia per il gioco online, e che siano resi disponibili i dati per singolo gioco e per singolo comune così da poter avere un quadro preciso per tutti i territori”. Non va poi dimenticato che “il benessere delle famiglie viene minato da eccessive risorse utilizzate dai giocatori con conseguente ricorso a indebitamento”. Il gioco d’azzardo è in aumento fra la popolazione (nel 2020 la crescita è stata del 750%) e in particolare fra i giovani. Enormi le cifre investite dai giocatori: dal 2011 al 2021 è stato giocato più di un miliardo di euro. L’Italia risulta il primo paese al mondo per spesa nel gioco d’azzardo.
Per Massimiliano Pompignoli (Lega) “occorre tenere conto di fattori importanti come l’occupazione: la legge regionale del 2017 ha portato a una chiusura indiscriminata di sale mettendo in ginocchio un settore. Ma chiudendole non si è evitato il proliferare di scommesse illecite perché si tende a giocare di più on-line, rendendo il gioco più facilmente accessibile anche ai minori. Ora si chiede al governo di intervenire per uniformare il panorama italiano, ed è condivisibile, ma si presenta una risoluzione dopo sei anni di discussioni in Aula che andavano nella stessa direzione”.
Lia Montalti (Partito democratico) ha aggiunto: “Abbiamo lavorato tanto sul gioco d’azzardo a fronte di uno scenario preoccupante sul quale era necessario agire. Non è vero che i giocatori sono prevalentemente on-line: il 50,4% dei luoghi per giocare sono i bar tabacchi, poi le case da gioco e il 15% le piattaforme. Negli ultimi anni c’è stato un calo e questo, secondo l’Agenzia delle dogane è attribuibile alla chiusura dei luoghi deputati al gioco fisico. Gli euro persi al gioco sono in media 810 per ogni residente in Emilia-Romagna contro i circa 700 della media nazionale nonostante gli strumenti messi in campo come la diminuzione della presenza fisica. Va messa in campo una commissione nazionale per indagare sulla dimensione del comparto, che vigili e contrasti il gioco illecito”.
Michele Facci (Lega) ha ribadito l’inopportunità di “anticipare la legislazione nazionale, sicuramente mancante, con la legge regionale 5. Come conferma la clausola valutativa i vari giochi e lotterie leciti sono quelli che hanno la più alta diffusione nelle famiglie. Inoltre, è calato il gioco fisico ma è aumentato quello on-line che è più difficile controllare. E questo alimenta la criminalità organizzata. Con l’aggravante che con la chiusura delle sale da gioco regolamentate sono rimasti senza lavoro circa 5mila operatori del settore e dell’indotto. Giusto il riordino ma l’errore della legge regionale è stato quello di spostare il gioco sul web. Quindi non si sono impediti gli effetti negativi”.
Francesca Maletti (Pd) ha ricordato “che le ordinanze del Tar hanno rigettato i ricorsi contro le chiusure, a tutela della salute pubblica. Il Piano di prevenzione e contrasto del gioco d’azzardo 2022-2024 implementa le strategie di azione con particolare attenzione alle categorie più ‘fragili’ come giovani, anziani e donne. Per la formazione finalizzata al contrasto si agisce su più livelli, in base alle specificità dei territori. Nel 2021 in Emilia-Romagna sono state oltre 31mila le persone assistite per dipendenze patologiche di cui il 3,7% per gioco d’azzardo. Nel 2022 è stato speso un miliardo e mezzo in gioco. Per cui il fenomeno va tenuto in grande considerazione”.
(Lucia Paci)