L’Emilia-Romagna conferma la sua grande attrattività per gli studenti universitari da fuori regione, risultando prima in Italia per rapporto ingressi/uscite. Con i suoi quattro atenei, oltre alle due sedi distaccate di atenei lombardi, nell’anno accademico 2021/2022 l’Emilia-Romagna è riuscita a immatricolare 4,3 studenti da fuori regione per ogni suo studente che, al contrario, è andato a studiare in altre regioni (seguita da Lazio con 3,1; Lombardia con 2,2; Toscana con 1,75).
Nel complesso, quasi il 48% degli iscritti a un corso di laurea proviene da fuori regione, il dato più alto fra le regioni con il numero maggiore di universitari: l’incidenza degli studenti provenienti da altre regioni è del 30% in Piemonte e del 28% in Lombardia.
Nelle 16 Istituzioni dell’Alta formazione artistica e musicale (AFAM) presenti sul territorio regionale (5 conservatori, 2 istituti superiori di Studi musicali, 2 ISIA e 2 accademie e 5 istituti privati che rappresentano il 9% del totale nazionale) sono presenti 5.456 iscritti, il 6,2% del dato nazionale. Gli studenti internazionali sono il 21%, una percentuale al di sopra della media nazionale che si attesta sul 15%.
È quanto emerso nella commissione Cultura, presieduta da Francesca Marchetti, durante l’illustrazione della relazione sulla clausola valutativa alla legge regionale in materia di diritto allo studio universitario e alta formazione.
Nel ricordare gli importanti investimenti sulla residenzialità (si conta di arrivare a 5mila posti letto nei prossimi due anni accademici), l’assessora al Diritto allo studio, Paola Salomoni ha ribadito che “occorre continuare a lavorare su questa strada perché quello allo studio non è solo un diritto imprescindibile ma la leva principale di attrattività dei talenti. Di queste intelligenze il nostro territorio ha bisogno. Ne hanno bisogno le imprese, la pubblica amministrazione ma anche la demografia. Molti studenti sono in quella età in cui si trova lavoro, costituendo le giovani generazioni di emiliano-romagnoli. Pertanto lancio il cuore su questa politica, sperando che questi obiettivi restino sempre centrali, anche nelle prossime legislature”.
“Il diritto allo studio non è inteso solo come beneficio economico – ha spiegato Francesca Bergamini, responsabile del Servizio Programmazione delle politiche dell’istruzione – ma è un sistema di servizi che permette ai giovani di sentirsi parte delle comunità del nostro territorio. Obiettivo della legge è quello di mettere in valore investimenti che derivano anche da norme nazionali ma che hanno trovato negli atenei, in Er.go, il supporto necessario per diventare una vera opportunità di crescita”.
La popolazione studentesca universitaria nel territorio regionale, nell’anno accademico 2022/2023, complessivamente raggiunge quasi 188mila studenti iscritti ai corsi attivati nelle sedi regionali (inclusi master, dottorati e scuole di specializzazione), che rappresentano il 9% degli studenti iscritti sul territorio nazionale (oltre 2 milioni).
(Brigida Miranda)
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