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Ustica 42 anni dopo. Petitti: “Ora piena giustizia”

In Comune a Bologna sono stati ricevuti i familiari delle 81 vittime del disastro aereo accaduto il 27 giugno 1980 alla presenza del sindaco Matteo Lepore, della presidente dell’Assemblea legislativa Emma Petitti e della presidente dell’associazione familiari delle vittime, Daria Bonfietti. Con loro l’avvocato Alessandro Gamberini.

Foto di Giorgio Bianchi (Comune di Bologna)

Bologna non dimentica e oggi, a 42 anni dall’anniversario della strage di Ustica, in Comune sono stati ricevuti i familiari delle 81 vittime alla presenza del sindaco Matteo Lepore, della presidente dell’Assemblea legislativa Emma Petitti e della presidente dell’associazione che riunisce i familiari delle vittime, Daria Bonfietti.

“È ora che venga finalmente fatta giustizia e si smetta di inquinare prove ormai accertate, di mettere in discussione un processo che è arrivato a conclusioni definitive, e che si individui subito e senza ombra di dubbio la nazionalità degli aerei che volavano quella sera attorno al DC9 – ha dichiarato la presidente Petitti -.  Per onorare le 81 vittime che si sono inabissate quel maledetto 27 giugno nel mare di Ustica. Per rimarginare una ferita che ancora sanguina per la nostra regione, e per l’intero Paese. Lo dobbiamo ai famigliari delle vittime, che in questi 42 anni si sono battuti per andare fino in un fondo a una vicenda che non aspetta altro che piena giustizia. Alienanti sono stati i depistaggi che hanno impedito di conoscere con chiarezza quanto accaduto. Il nostro dovere, oggi, è continuare a sensibilizzare l’opinione pubblica attraverso iniziative culturali, come quelle che sono state presentate in questi giorni, il lavoro quotidiano nelle istituzioni, la promozione di spazi altamente evocativi come il Museo per la memoria di Ustica di Bologna, un vero polo culturale di questa città, aperto anche al mondo della scuola, dell’Università. Aperto, appunto, alle nuove generazioni. Ricordare, raccontare, portare testimonianza.  Sono gli elementi essenziali per far sì che un atto di guerra in tempo di pace non resti impunito. Nel mare di quel 27 giugno c’è ancora una parte di tutti noi”.

“Questa città – ha commentato Lepore – ha imparato a battersi per la verità e per la giustizia e attraverso il linguaggio dell’arte, anche quest’anno abbiamo deciso di raccontare cosa accadde a Ustica 42 anni fa, prendendo posizione in tutte le sedi, dalle istituzioni alle scuole. Attorno alla vicenda di Ustica si sta creando una comunità sempre più grande. Noi conosciamo la verità grazie al lavoro di magistrati e persone che hanno condotto le indagini nonostante i tentavi di depistaggio. Riconoscere i diritti in un paese come il nostro significa riconoscere cosa è successo: i cittadini devono sapere, dobbiamo affrontare tutta la verità. Le istituzioni italiane devono sentire l’esigenza di dare delle risposte”.

Daria Bonfietti, nel suo intervento ha citato una lettera del presidente della Repubblica Sergio Mattarella inviata per la ricorrenza: “Sono trascorsi 42 anni da quella ferita profonda inferta al cuore del nostro Paese, una sofferenza diventata patrimonio comune”. Bonfietti ha quindi aggiunto: “Non credo sia inutile ricordare la nostra storia. Ma ancora c’è chi vuol far credere l’ovvietà di un cedimento strutturale. Noi vogliamo coinvolgere sempre più i giovani, aprire dialoghi con istituti culturali e con altri Paesi, collaborare con l’Europa e pensare ad altri progetti per mantenere viva la memoria. Chiediamo vengano resi ostensibili alcuni atti che riguardano la strage, non è più accettabile che si nasconda la verità”.

Alessandro Gamberini, avvocato dell’associazione, ha aggiunto che “la storia di Ustica è un mosaico che si arricchirà ulteriormente ma probabilmente sarà difficile individuare la mano che ha ‘creato’ questa tragedia”.

(Lucia Paci)

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