Parità, diritti e partecipazione

Bando da un milione di euro contro la violenza alle donne

Nella Conferenza delle elette sono state presentate le buone pratiche da finanziare. Parola d’ordine “fare rete”. C’è tempo fino al 15 ottobre

conferenza delle elette
conferenza delle elette

Giulia Ballestri è l’ultima. Ci sono anche Elena Salmaso, Liana Bartolini, Simona Rossi, Bernadette Fella, Barbara Fontana, Elisa Pavarani, e sono tutte le vittime di femminicidio in Emilia-Romagna di quest’anno.

Roberta Mori, presidente della Commissione parità, ha voluto dedicare loro un minuto di silenzio in apertura della Conferenza regionale delle elette, convocata oggi in Assemblea per discutere sulle azioni di prevenzione e contrasto alla violenza contro le donne. Azioni di assistenza, ma anche iniziative culturali ed educative che a breve troveranno il sostegno economico della Regione grazie ad un bando da 1 milione di euro presentato dall’assessore al Bilancio, Emma Petitti, come previsto dal Piano regionale contro la violenza di genere.

“I perché della violenza sono da ricercare nelle relazioni tra uomini e donne” dichiara Mori, “relazioni che si basano ancora su una concezione della donna intesa come oggetto da possedere e controllare”. Non c’entrano l’età, l’estrazione sociale e la cultura dei soggetti coinvolti, come ribadisce la consigliera, “fino a che la cultura che nutre e legittima questi pregiudizi non verrà smantellata, la violenza continuerà a ripetersi a spese delle donne”.

Durante la Conferenza di oggi sono state presentate le buone pratiche che saranno finanziate con il bando che, come sostiene l’assessore, prevede una forte integrazione fra soggetti pubblici e privati. Verranno premiati soprattutto i progetti capaci di fare rete, non azioni spot, ma interventi da portare avanti in un arco temporale che vede l’avvio nel 2016.

Le buone pratiche spaziano dalle case rifugio per donne maltrattate, alle attività educative nelle scuole; dai servizi di aiuto agli uomini violenti, ai progetti dedicati alle donne migranti e al dialogo interreligioso; dall’assistenza legale, ai servizi per permettere alle donne maltrattate di rifarsi una vita in autonomia. Ci sarà tempo fino al 15 ottobre per le candidature.

Durante la conferenza, le elette hanno sottolineato l’importanza del sostegno alle donne uscite dai centri antiviolenza, che hanno bisogno di una casa e di lavoro per poter essere autosufficienti. Questo punto ha sollevato un dibattito riguardo i regolamenti comunali per gli alloggi pubblici che dovrebbero – tutti, e non solo alcuni- consentire un maggior punteggio per le donne che hanno subito violenza. Anche per l’inserimento lavorativo sarebbero necessarie azioni specifiche a livello regionale.

Tra le proposte, quella di ampliare i servizi di supporto per uomini violenti, e di istituire un ‘garante per le vittime del reato di violenza e per i loro familiari’. Nel campo della tutela e della prevenzione, invece, bisognerebbe sempre di più, come ha sottolineato anche l’assessore, fare rete sul territorio, coinvolgere i diversi soggetti attivi, dai magistrati ai medici di famiglia. Anche le donne che hanno subito casi di violenza andrebbero maggiormente coinvolte, così come gli uomini, che spesso rivestono un ruolo secondario.

Alla conferenza è giunto anche il saluto della presidente dell’Assemblea legislativa, Simonetta Saliera: “Non bisogna mai abbassare la guardia, ma sostenere con tutti i mezzi chi ha il coraggio di chiedere giustizia per un crimine così inumano e doloroso” ha dichiarato.

In programma per la prossima Conferenza delle elette, l’Osservatorio regionale sulla violenza di genere e il bilancio di genere della Regione Emilia-Romagna, strumenti previsti dalla legge quadro sulla parità.

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