Prosegue in commissione Bilancio, affari generali e istituzionali, presieduta da Massimiliano Pompignoli, l’esame del progetto di legge presentato dal Pd, primo firmatario Giorgio Pruccoli (Pd), sulla riduzione dei vitalizi degli ex consiglieri regionali. Al testo base è stata abbinata la proposta, sullo stesso tema, presentata dal M5s, primo firmatario Andrea Bertani.
Il progetto di legge prevede la parificazione dell’età di accesso al vitalizio, attualmente fissata a 60 anni, con quella richiesta ai dipendenti pubblici per la pensione di anzianità, il divieto di cumulo con altri assegni previsti per gli eletti al parlamento nazionale o europeo o di consigliere o assessore di un’altra Regione e, ancora, la riduzione dell’assegno per i vitalizi già in pagamento. Il tutto al fine di diminuire la spesa pubblica, indirizzando i risparmi a investimenti per sicurezza, imprese e lavoro.
“Proseguiamo- ha ribadito la relatrice di maggioranza Manuela Rontini (Pd)– nella via del contenimento dei costi della politica, siamo i primi in Italia a eliminare i vitalizi”. Con questa legge, aggiunge, “programmiamo una revisione organica all’istituto del vitalizio, con la previsione di un risparmio di 1,5 milioni di euro in tre anni”. Anche gli ex consiglieri, evidenzia l’esponente del Pd, “devono contribuire a uno sforzo comune rinunciando a un privilegio, in un’ottica di equità e solidarietà”. Su questo provvedimento, ha concluso, “chiediamo il sostegno di tutti i partiti”. La consigliera ha poi annunciato, per la settimana prossima, la programmazione di un’audizione, sulla legge, con il direttore generale dell’Assemblea legislativa e l’associazione degli ex consiglieri regionali.
“Soddisfatti che venga affrontato il tema dei vitalizi”, è poi intervenuto il relatore di minoranza Andrea Bertani (M5s). La questione è ancora aperta, è giusto dare un segnale forte, eliminare quello che viene percepito dai cittadini come un privilegio”. Chiediamo, ha aggiunto, “venga applicato anche per i consiglieri il sistema contributivo, come accade per i cittadini”. Per fare solo un esempio, ha specificato l’esponente del M5s, “un consigliere che ha versato negli anni del mandato 202.000 euro andrà a percepire, in base alle aspettative medie di vita, 990.000 euro, una vera e propria ingiustizia”.
“È sbagliato- è poi intervenuto Tommaso Foti (Fdi-An)– definire il vitalizio un privilegio: una fonte del diritto supporta questo istituto”. Un assegno, ha aggiunto, “che deriva da una scelta ben precisa che ha fatto questa Regione, per una decisione del Pci e dei suoi eredi”. Un istituto, ha rimarcato, “che non può essere assimilato a una pensione ma, eventualmente, a una rendita assicurativa”. L’Assemblea legislativa, ha poi evidenziato, “ha tolto, la scorsa legislatura, il vitalizio ai consiglieri che sarebbero arrivati dopo: grande è la capacità dimostrata nel fare politica”. Si può dare, ha concluso il consigliere, “un segnale forte, con un provvedimento normativo, avendo però chiari i limiti della nostra azione”.
“Con questo provvedimento- ha poi evidenziato Paolo Calvano (Pd)– riportiamo il vitalizio in un sistema più equo”. Il testo, ha aggiunto, “è stato redatto tenendo conto delle possibili conseguenze, abbiamo gli strumenti per contrastare eventuali ricorsi”. Il vitalizio, ha concluso, “era sinonimo di garanzia e democrazia, ma c’è stato un abuso di questo strumento”.
“Questo progetto di legge- ha evidenziato Igor Taruffi (Sel)– rappresenta un buon punto di partenza, in linea con la legge sul contenimento dei costi della politica approvata nel 2015”. Abbiamo dimostrato, ha aggiunto, “che il contenimento dei costi della politica, a livello regionale, si può fare anche senza modificare la carta costituzionale”. Questa è la strada giusta, ha concluso il consigliere, “l’Emilia-Romagna può essere il laboratorio guida anche per le altre Regioni”.
(Cristian Casali)