Nessun favoritismo e nessun regalo, solo la possibilità di essere messi nelle stesse condizioni di mercato degli altri gestori. E’ questa la richiesta che Presidenti e Direttori delle Asp oggi intervenuti in audizione della commissione politiche della Salute presieduta da Francesca Maletti hanno rivolto in maniera pressante.
Pierluigi Ravagli, presidente della Asp Bassa Romagna nel ripercorrere la situazione creata dall’attuale legge regionale, ha denunciato diversi interventi spot attuati nel corso degli anni che non hanno assolutamente alleviato i problemi strutturali di tali soggetti alle prese con reali problemi strutturali se il settore privato ha un’aliquota di prelievo Irap del 3,21% rispetto all’8,5% della Asp. “Va detto poi che dall’Irap incassata dalle Asp, la Regione trae un gettito di 14 milioni di euro mentre su tali aziende grava anche un enorme problema di costo del personale derivante in primis da un diverso intervento di Inps su materie come Legge 104, maternità, malattie e assegni familiari, che sono totalmente a carico delle Aziende servizi alla persona, mentre nel settore privato è l’Istituto di previdenza stesso che rimborsa direttamente”.
Anche Mariella Martini, Presidente dell’Asp di Reggio Emilia ha sottolineato l’importanza di un intervento strutturale “se si vuole che sui territori rimangano soggetti pubblici con determinate caratteristiche”. Martini si è poi soffermata sugli evidenti squilibri tra costi gestionali e ricavi che non sono più coperti dalle rendite patrimoniali perché, “soprattutto in periodo pandemico, gli stessi affitti di immobili sui quali contavamo, sono drasticamente calati a causa della ricontrattazione imposta dal Covid”. Altri punti di estrema criticità toccati dalla Presidente dell’Asp Reggio Emilia riguardano poi l’impossibilità di accedere al superbonus edilizio 110% e la profonda crisi in essere nel reperire personale sanitario e sociosanitario. “Mi auguro che nel PNRR, conclude Martini, si voglia puntare con decisione sulle Asp per andare verso una decisa domiciliarità nell’assistenza, perché già oggi le varie Aziende regionali assolvono a questo compito attraverso case protette, centri diurni e assistenza domiciliare vera e propria”.
Per Monica Tagliavini, direttrice dell’Asp Bassa Romagna, il monitoraggio messo in piedi dalla Regione è un’ottima cosa perché “aggiorna la foto di un settore dopo il precedente excursus avvenuto dopo il passaggio tra Ipab e Asp. Dieci anni fa si è passati da 160 istituti pubblici di assistenza e beneficienza a 40 Asp con un fatturato di 500 milioni e oltre 5mila lavoratori, ora quei numeri sono in drastico calo anche per l’applicazione della normativa sull’accreditamento”.
Per Chiara Arletti, direttrice della Asp Charitas di Modena i deficit di bilancio sono annuali, tanto che la sua struttura ogni anno accusa un buco gestionale di oltre 180mila euro. Arletti pone poi il problema di sempre più cogente attualità dei lavoratori con prescrizioni che, risultando inabili allo sforzo fisico, non possono essere riallocati e contestualmente richiedono nuove assunzioni per garantire gli standard dei servizi resi agli ospiti delle Asp.
Dopo l’esposizione dei professionisti delle Asp ha preso la parola il consigliere Simone Pelloni (Lega) che ha sottolineato come “si deve fare di tutto per consentire alle Asp di competere ad armi pari con i privati, ma soprattutto bisogna onorare chiari impegni politici presi in passato insieme a specifici impegni d’aula assunti anche recentemente dall’Assemblea legislativa”.
Per Federico Amico (ER Coraggiosa) “il potenziamento delle Asp deve avvenire anche in una logica di integrazione con gli altri servizi e per questo è necessario arrivare ad una riforma del settore nel tempo che riusciamo a guadagnare con questa legge che andremo ad approvare la prossima settimana”.
Lia Montalti (Pd), infine, ha evidenziato come “il progetto di legge in discussione sia figlio dell’interlocuzione avvenuta nei mesi scorsi ed è una prima risposta pluriennale ai bisogni manifestati. Le criticità dell’attuale sistema nascono da alcuni limiti dell’attuale legge regionale a cui dobbiamo mettere mano con decisione”.
(Luca Boccaletti)