Escludere le indennità da tirocinio formativo dal calcolo del reddito ai fini dell’erogazione dell’assegno mensile di invalidità. A chiederlo è Simona Lembi (Pd) con un’interrogazione.
“L’assegno mensile di invalidità è una prestazione economica erogata su richiesta a soggetti di età dai 18 ai 67 anni con capacità lavorativa ridotta a meno di un terzo a causa di infermità fisica o mentale e reddito annuo lordo, per il 2025, fino a 5.771,35 euro. A seguito dell’adozione del D.L. 146/21, convertito con L.215/21, il percepimento di tale assegno non è più incompatibile con lo svolgimento di attività lavorativa, purché non si superi il limite sopra indicato”. La consigliera spiega che a differenza di quanto avviene per i Tirocini sociali, i Tirocini formativi prevedono la corresponsione di un’indennità di partecipazione, e che ” tale indennità concorre al raggiungimento della soglia massima di reddito sopra citata”. La conseguenza è che sono molti i casi in cui persone con disabilità, titolari di assegno mensile di invalidità, si vedono sospendere o revocare la prestazione poiché “la cumulabilità con il beneficio previsto è riconosciuta entro il limite massimo di 3.000 euro lordi annui per il nucleo familiare”, sottolinea la consigliera.
Secondo l’esponente dem “le indennità di tirocinio formativo, non costituendo reddito da lavoro, dovrebbero come tali essere
trattate. Questo è tanto più vero nel caso in cui il tirocinante sia persona disabile, poiché l’indennità viene spesso assorbita, in tutto o in parte, da spese aggiuntive legate alla disabilità, senza generare un reale incremento della capacità contributiva del soggetto”. Per questi motivi, Simona Lembi interroga la Giunta per sapere “se ritenga opportuno avviare un’interlocuzione con il governo nazionale e il Parlamento, anche nell’ambito della Conferenza Stato-Regioni, per trovare soluzioni volte a escludere le indennità da tirocinio formativo dal calcolo del reddito ai fini dell’erogazione dell’assegno mensile di invalidità”.
(Giorgia Tisselli)