Sanità e welfare

Welfare Bologna. Galli (Fi) porta in Regione il caso della famiglia di un disabile in lotta con la burocrazia

In un’interrogazione il consigliere punta il dito contro la richiesta indebita di refusione di spese per l’assistenza di un disabile con ISEE zero, pensione di invalidità e indennità d’accompagnamento, non configurabili come reddito

Andrea Galli (Fi) porta in Regione il caso di una famiglia residente nel comune di Valsamoggia, in provincia di Bologna, dal 2000 in lotta con la burocrazia per quella che il consigliere evidenzia come un’indebita richiesta di refusione di spese per l’assistenza del figlio, gravemente disabile, deceduto poco più di un anno fa.

Il pagamento richiesto, – precisa il capogruppo – prima dal Comune di Castello di Serravalle (preesistente alla fusione che ha dato origine al Comune di Valsamoggia) e poi dalla nuova Azienda consortile dei servizi sociali, riguarda la quota per le spese di vitto del figlio nei centri diurni per disabili, presso i quali trascorreva alcune ore al giorno. Si tratta di una richiesta indebita – spiega il forzista – dato che il figlio aveva ISEE zero, riceveva pensione di invalidità e indennità di accompagnamento, che, a norma di legge, non sono considerati reddito. Nel corso degli anni – ricorda l’Azzurro – sono state numerose le pronunce e le sentenze a supporto di quanto sostenuto e ribadito dalla famiglia, che sta conducendo una battaglia non solo per sé stessa ma anche per sancire un diritto fondamentale delle persone disabili.

Di qui l’iniziativa di Galli, che chiede alla Giunta regionale “in che modo si intenda intervenire, sul piano normativo, per sancire il fondamentale diritto all’assistenza delle persone disabili, che non debbono essere tenute a pagare per i servizi loro erogati in presenza di ISEE zero o comunque ISEE particolarmente basso; quali iniziative di carattere normativo si intendano assumere al fine di sancire che l’ISEE da calcolare ai fini della situazione economica del disabile è quello relativo al solo assistito, chiarendo che l’indennità di accompagnamento e la pensione di invalidità non sono conteggiati nel reddito e dunque non costituiscono causa di cumulo di beneficio; infine, quali iniziative, per quanto di competenza, si intendano assumere per fare in modo che le aziende dei servizi sociali operanti sul territorio regionale conformino i propri regolamenti alla normativa vigente e si adeguino alle recenti sentenze del Consiglio di Stato”.

(Luca Govoni)

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