Cresce il fabbisogno abitativo in Emilia-Romagna. Le criticità di un quadro socio-economico in crisi, un patrimonio pubblico insufficiente a soddisfare una domanda in aumento, risorse statali non adeguate e alloggi di Edilizia residenziale pubblica (Erp) ormai vecchi, sono fattori che richiedono delle risposte urgenti. È il quadro emerso dalla clausola valutativa della legge regionale 24, in materia di intervento pubblico nel settore abitativo, su cui si è fatto il punto in commissione Territorio, presieduta da Nadia Rossi.
“Il bisogno abitativo -ha spiegato l’assessora alle Politiche abitative Barbara Lori– è in forte crescita e la Regione sta lavorando in sinergia coi territori per intercettare e avvicinare la domanda con l’offerta, anche di tipo privato. Il progetto di Agenzie per la casa sta andando avanti per dare risposte alla ‘fascia grigia’, famiglie che non accedono all’Erp perché non hanno i requisiti ma non hanno disponibilità per locare alloggi sul libero mercato. Ricordo che le risorse regionali per fronteggiare l’emergenza abitativa sono state integrate, a luglio, da un milione di euro a favore delle case Acer delle aree alluvionate. In tempi rapidi sono stati ripristinati circa 200 alloggi nelle province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini. Vorremmo che il dibattito sull’abitare fosse più centrale anche nelle politiche nazionali”.
In Emilia-Romagna, il 2,7% della popolazione residente vive in un alloggio di edilizia residenziale pubblica il cui patrimonio ammonta a 56.107 appartamenti, distribuiti su 6.640 fabbricati. La maggior parte degli alloggi Erp è presente nelle città capoluogo, principalmente a Bologna, Parma e Ferrara ma in regione ci sono 40 comuni senza alcun tipo di patrimonio di edilizia pubblica.
Sono 119.079 le persone che abitano negli alloggi Erp (48.605 nuclei famigliari), con una crescita di circa 11mila unità in 20 anni, dal 2001 al 2021. Ogni anno, sono circa 2.500 le nuove assegnazioni di alloggi Erp a famiglie in maggioranza italiane; gli stranieri rappresentano, in media, circa il 38%. Il tasso di turnover è minimo, in media del 5%. L’età media degli assegnatari è 43 anni. Oltre 7mila gli alloggi non utilizzati (poiché richiedono interventi di manutenzione) e circa 26mila le domande in attesa di risposta. Si sta assistendo a un’impennata di redditi bassi: cresce la fascia tra i 9mila e i 17mila euro Isee che è il valore indicativo per chiedere e ottenere sgravi. In risalita anche gli sfratti sono per morosità incolpevole.
A fronte di una costante crescita del fabbisogno abitativo, nel 2020 l’Assemblea legislativa ha approvato il Programma straordinario 2020-2022, volto a sostenere il recupero degli alloggi di edilizia residenziale pubblica, attraverso operazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria. In attuazione del Programma per gli interventi sugli alloggi, tramite bando, nel 2020 sono stati concessi contributi per 10 milioni di euro a 186 Comuni beneficiari per il ripristino degli alloggi sfitti da assegnare a nuovi nuclei familiari aventi diritto inseriti nella graduatoria comunale. Questa prima edizione del bando si è già conclusa, tutti gli interventi sono stati ultimati e gli alloggi assegnati. Complessivamente sono stati recuperati 720 alloggi. Nel 2021, sono stati concessi a 174 comuni beneficiari risorse per altri 10 milioni. Anche in questo caso tutti gli interventi sono stati ultimati e gli alloggi assegnati. Complessivamente, con le risorse concesse, sono stati recuperati 665 alloggi. Il fondo complementare prevede 124 milioni stanziati dallo Stato.
Prosegue anche il progetto di “housing sociale”: ad oggi sono stati liquidati contributi per un importo pari a circa 2 milioni di euro. Con il “Bando montagna 2020”, finalizzato a favorire il ripopolamento delle aree montane, sono state stanziate risorse per 25 milioni tra il 2020 e il 2022.
Per il fondo affitto, che verrà rifinanziato anche nel 2024 per una rispondere a una domanda in costante aumento, nel periodo 2019-2022 la Regione Emilia-Romagna ha concesso risorse che, sommate ai contributi statali, ammontano a oltre 110 milioni di euro.
La presentazione dei dati ha aperto il dibattito tra i consiglieri.
Per Michele Facci (Lega): “serve un focus sulle graduatorie coinvolgendo i Comuni che non hanno fornito dati esaustivi. Abbiamo una richiesta enorme di alloggi Erp e una capacità di rispondere minima. Bisogna capire l’anzianità delle domande e il criterio di residenzialità storica in ragione di una sproporzione di assegnazioni tra cittadini italiani e non. Anche nel welfare ci vuole equità”.
Daniele Marchetti (Lega) ha aggiunto: “Il patrimonio pubblico è realizzato dalle istituzioni e per questo avevamo chiesto attraverso un progetto di legge di inserire il criterio di premialità in base agli anni di residenza. Un primo aspetto da chiarire è l’aumento esponenziale degli assegnatari stranieri e poi manca un dato sulle occupazioni abusive, fondamentale per sradicare questo fenomeno odioso perché toglie possibilità a chi ne ha diritto”.
Simone Pelloni (Lega) ha sottolineato: Tutti i parametri peggiorano per cui servono certezze sulle risorse. Per assegnare alloggi servirebbe introdurre criteri di ‘mobilità’: non si possono dare alloggi ‘per sempre’ ma solo per rispondere a esigenze dettate da ragioni contingenti. Per aumentare il turnover servono nuove soluzioni visto il peggioramento di alcuni parametri”.
Per Luca Sabattini (Partito democratico): “I dati restituiscono una fotografia complicata: l’Erp ha perso la funzione di servizio transitorio e questo rende necessario capire come rispondere al target della zona grigia che non riesce a trovare stare nel mercato. Occorre inoltre trovare un equilibrio tra la logica del consumo di suolo che confligge con la domanda crescente di alloggi. Serve un bilanciamento per permettere lo sviluppo di progetti sociali”.
“Dobbiamo farci carico di una situazione complessa e senz’altro servono più informazioni da parte dei Comuni per avere un quadro preciso. Stiamo considerando una revisione dei criteri per andare incontro alle esigenze sollecitate da Acer e dei Comuni. In tema di legge urbanistica ricordo che le nuove espansioni devono prevedere quote di edilizia residenziale sociale. Sarà importante capire se ci sarà spazio per un piano casa sostenuto a livello nazionale”, ha concluso Lori.
(Lucia Paci)