“Agire con tutte le istituzioni locali e nazionali, ciascuno secondo le proprie competenze e responsabilità, affinché le politiche per la casa non siano lasciate all’autoregolazione del mercato ed agli sfratti, ma venga previsto innanzi tutto un piano di edilizia residenziale pubblica che faccia da centro e perno reale delle politiche in questo settore”.
A sollecitare la giunta regionale in tal maniera è Giulia Gibertoni (Gruppo Misto) con un’interrogazione che focalizza la propria attenzione sugli sfratti eseguiti nel nostro Paese dal 2002 al 2021. “Secondo i dati del Ministero dell’Interno -specifica la capogruppo- sarebbero 519.243 quelli con ufficiale giudiziario a fronte di quelli emesse che ammontano ad oltre un milione. Del totale degli sfratti, il 2,66% è avvenuto per necessità del locatore, il 13,81% per fine locazione, mentre un 83,52% è avvenuto per morosità”.
Gibertoni avverte poi della ripresa degli sfratti “dopo la moratoria dal 2020 al 2022 legata alla pandemia, tanto che nel 2021 sono state oltre 30 mila le richieste di esecuzione presentate su tutto il territorio nazionale”. Rimarcando poi come l’Italia “sia il Paese europeo con la percentuale più bassa di edilizia pubblica, tanto che in tutte le grandi aree urbane l’emergenza abitativa è diventata una costante con prezzi del mercato immobiliare privato inavvicinabili” e di come la trasformazione di molti alloggi in case vacanze e B&B determini “una espulsione continua degli abitanti dai centri storici verso le periferie ed i comuni più decentrati delle province”, Gibertoni rimarca l’inefficacia degli strumenti attualmente in uso sul tema (fondo per la morosità incolpevole, fondo per l’emergenza abitativa e fondo per l’affitto) “che non riescono a raggiungere un’ampia platea di individui in difficoltà”.
Stante la situazione registrata, la consigliera chiede un impegno deciso e coordinato delle istituzioni per affrontare il problema “con maggiori fondi per queste politiche e con una inversione dell’ordine delle soluzioni attualmente proposte”. In aggiunta alla sollecitazione principale, infine, la richiesta “di governare sia l’attuale esplosione del settore turistico, che lasciato a sé stesso contribuisce ad uno svuotamento e desertificazione dei centri storici, sia le politiche in materia di diritto allo studio universitario, in cui, tra l’altro, appare sempre più opportuno proseguire con il decentramento delle sedi universitarie, la modalità mista e la territorializzazione dell’università, anche come fattore di sviluppo dei sistemi territoriali locali”.
(Luca Boccaletti)