Con l’approvazione della legge di stabilità 2016, sarebbe stata istituita una nuova aliquota ridotta Iva del 5% per le prestazioni socio-sanitarie, educative e assistenziali rese dalle cooperative sociali e loro consorzi, in contratto d’appalto o convenzione, nei confronti delle categorie di soggetti svantaggiati (minori, anziani e inabili, tossicodipendenti, migranti senza fissa dimora richiedenti asilo, donne vittime di tratta a scopo sessuale, lavorativo e altro); il regime di esenzione Iva rimarrebbe solo per le prestazioni rese direttamente nei confronti degli utenti, da parte delle cooperative onlus, comprese le cooperative sociali che lo sarebbero di diritto; per le cooperative non sociali e non onlus, l’Iva sarebbe aumentata dal 4% al 22%.
Galeazzo Bignami (Fi) ha presentato una interrogazione alla Giunta su questa novità fiscale e sui suoi possibili effetti. Il consigliere scrive che alcune cooperative sociali “lamenterebbero di aver ricevuto spesso i pagamenti in ritardo dalle Pubbliche amministrazioni, e che di frequente alcune P.A. avrebbero ridotto le basi d’asta, non consentendo a volte di coprire il costo del lavoro a discapito della qualità dei servizi erogati agli utenti”.
Perciò, Bignami chiede alla Giunta quale sia il numero dei contratti d’appalto e/o convenzioni tra Comuni e cooperative sociali di tipo A dell’Emilia-Romagna, in scadenza al 31 dicembre 2015 e quali con decorrenza da gennaio 2016; chiede, inoltre, di fare chiarezza in base alle novità fiscali e al conseguente trattamento in appalto e, infine, “se siano sottoposte all’applicazione dell’Iva al 5% o ne siano esenti, le prestazioni rese singolarmente, come nel caso in cui una cooperativa sociale che conduca una clinica sanitaria, programmi e fornisca una visita medica a una persona svantaggiata”
(Tutti gli atti consiliari – dalle interrogazioni alle risoluzioni, ai progetti di legge – sono disponibili on line sul sito dell’Assemblea legislativa al link: http://www.assemblea.emr.it/attivita-legislativa)
(rg)