Nel 2024 in Emilia-Romagna i minori stranieri non accompagnati sono diminuiti del 32% rispetto all’anno precedente. Il dato è emerso nel corso dell’audizione della Garante per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza Claudia Giudici tenuta dalla commissione Parità e Cultura presieduta da Elena Carletti.
I numeri parlano chiaro: nel 2024 sono stati 1.447 i minori accolti (di cui 653 sono nuovi ingressi), pari al 7,7% del totale nazionale, rispetto ai 1.922 del 2023. L’andamento regionale riflette la tendenza nazionale: nel 2024, in Italia, i minori non accompagnati erano 18.625 contro i 23.226 del 2023. Sono soprattutto maschi i minori accolti in regione, 1.147, a fronte di 300 femmine, mentre la cittadinanza principalmente censita è quella ucraina (38,4%) seguita da quella tunisina (18,4%), egiziana (12,2%), gambiana (7,7%) e albanese (5,9%), quest’ultima in calo rispetto al 2023. Il fenomeno può contare su un sistema di accoglienza e integrazione messo a disposizione dalla Regione e vede coinvolta una rete di tutori volontari appositamente formati ai sensi della legge regionale 47. Bisogna tenere presente che, a partire dal 2021 anno dello scoppio della guerra in Ucraina, fino al 2023 l’aumento dei minori soli era stato caratterizzato da un aumento della presenza di giovani ucraini.
“I compiti istituzionali principali del Garante regionale sono finalizzati principalmente a favorire le condizioni di piena attuazione della Convenzione Onu, a iniziare dal diritto alla salute delle persone di minore età, di pari opportunità nell’accesso alle cure, così come il diritto di accesso all’insegnamento superiore con ogni mezzo appropriato” ha ricordato Claudia Giudici, per poi evidenziare come fra i diritti di nuova generazione siano da annoverare quelli per i nativi digitali: “l’Assemblea generale delle Nazioni unite, parlando di diritti di nuova generazione, ricorda come l’identità soggettiva sia alla base del riconoscimento di nuovi diritti. L’accesso consapevole alle tecnologie digitali può aiutare le persone minorenni a esercitare l’intera gamma dei propri diritti civili, politici, culturali, economici e sociali. Se l’inclusione digitale non è perseguita e raggiunta, si rischia che le disuguaglianze esistenti aumentino e che ne possano nascere di nuove”.
Dalla relazione della Garante emerge anche l’identikit dei minori emiliano-romagnoli: rispetto alla media nazionale i minori dell’Emilia-Romagna leggono di più, praticano maggiore attività sportiva e vivono in situazioni abitative migliori. Venendo ai numeri, infatti, si vede che tra Piacenza e Rimini, la percentuale di minori che vive in condizioni di povertà abitativa è del 15,9%, inferiore del 6,3% rispetto alla media nazione, così come chi vive in situazione di sovraffollamento abitativo è del 33,6%, ovvero il 7,3% in meno rispetto alla media nazionale. In linea con la media nazionale (9%) la percentuale dei fumatori. Segno “più”, invece, per i maggiori indicatori relativi alla qualità della vita sociale dei minori: per chi ha tra i 6 e i 17 anni, in Emilia-Romagna, la media di chi legge libri nel tempo libero è del 61,6% (+9,2% rispetto alla media nazionale), il 62,6% di chi ha tra i 3 e i 17 anni pratica sport in maniera continuativa, tanto che la percentuale di ragazzi e ragazze obesi è del 7,1%, dato inferiore alla media nazionale e in continuo calo da alcuni anni. La relazione di Giudici offre anche uno spaccato della scuola emiliano-romagnola: il 32,4% è iscritto a scuole private, il 46,8% a quella pubblica. Il 18,4% (di cui il 68,7% nato comunque in Italia) degli studenti ha cittadinanza non italiana. L’Emilia-Romagna si conferma ancora come la patria del tempo pieno: il 46% scuole primarie statali non ha il tempo pieno, a fronte di una media nazionale pari al 59,3% nazionale. Inferiore alla media nazionale anche i Neet, ovvero di coloro che non studiano e non lavorano: sono l’11% a fronte del 15%.
La relazione della Garante è stata anche l’occasione per fare il punto sull’attività della Garante stessa che, nel 2024, tra le altre cose ha ricevuto 38 segnalazioni, la maggior parte delle quali provenienti dalla provincia di Bologna, seguita da quelle di Modena, Piacenza, Parma e Forlì-Cesena. Nessuna segnalazione dalle altre province emiliano-romagnole. Notevole anche l’attività dell’Assemblea dei ragazzi e delle ragazze e i corsi di formazione per i nuovi tutori per i minori soli.
La relazione di garante ha dato a un confronto tra le forze politiche.
Elena Ugolini (Rete civica) ringrazia Giudici per il suo lavoro, base per l’attività di studio e lavoro dei consiglieri. Ringraziamenti condivisi anche da Valentina Castaldini (FI) che chiede impegno e attività sul tema dell’affido e affrontato l’argomento dei minori soli non accompagnati. “Nelle nostra Questure ci sono poliziotti e poliziotte bravissimi che tante volte aiutano queste persone costrette a passare una notte nei corridoi delle Questure perché non ci sono altre strutture specifiche che si occupano della prima assistenza”, spiega Castaldini, mentre Valentina Ancarani (Pd) invita a “trovare soluzioni e idee per andare incontro ai bisogni dei giovani. Occorre anche riflettere su figure di Garanti a livello provinciale”.
Netto Fabrizio Castellari (Pd) per il quale “la relazione di Giudici ci pone di fronte a sfide nuove, ma so che l’Emilia-Romagna ha un tessuto associativo in grado di affrontare questi problemi. Dobbiamo impegnarci su accoglienza e integrazione delle persone, a partire dai minori”.
“Le parole di Giudici ci invitano a operare e prendere decisioni serie, come peraltro stiamo già facendo con l’attività dell’intergruppo sulla demografia e gli Stati generali dell’infanzia e dell’adolescenza” sottolinea Niccolò Bosi (Pd) che elogia la proposta della Regione di tenere aperte le scuole anche al pomeriggio.
(Luca Molinari)



