Nessuna modifica alle regole per l’accesso agli alloggi pubblici. L’Assemblea legislativa ha deciso di non esaminare la proposta della Lega di modificare la disciplina generale per l’assegnazione delle case popolari. E’ stato infatti approvato l’ordine del giorno, a firma di Stefano Caliandro (Partito democratico), di non passaggio all’esame dell’articolato del progetto di legge.
Il progetto della Lega, firmato da Daniele Marchetti (primo firmatario), Matteo Rancan, Gabriele Delmonte, Fabio Rainieri, Simone Pelloni, Massimiliano Pompignoli, Michele Facci, Emiliano Occhi, chiede in particolare di inserire il requisito di cinque anni di residenzialità per l’assegnazione, maggiori controlli su occupazioni abusive e morosità, verifica su assegnatari con immobili all’estero.
Il testo, composto di tre articoli, è stato presentato da Daniele Marchetti: “L’intenzione di questo pdl è modificare la disciplina pubblica nel settore abitativo inserendo il criterio di residenzialità storica di almeno cinque anni per avere diritto a un alloggio. La risoluzione presentata poco dopo dal Pd per monitorare l’esistenza o meno di regolamenti comunali che tra i criteri includono premialità per gli anni di residenza, lascia pensare che la maggioranza intenda rimettere mano alle politiche abitative. Politiche che nella scorsa legislatura siamo riusciti a strappare fissando in tre anni il requisito di residenzialità. Per noi sarebbe un traguardo inserire in legge i tre anni già previsti in delibera”.
Un altro pilastro riguarda gli accordi sulle verifiche di residenza, “perché non si deve concedere l’alloggio popolare a chi ha già una casa nel proprio Paese di origine. In questi anni ci sono stati pochi controlli” ha affermato Marchetti. “Occorre promuovere -ha aggiunto- una collaborazione con Erp per accertare e monitorare la presenza dei requisiti degli assegnatari”. Infine, il monitoraggio delle occupazioni abusive e della morosità: “Negli anni, pur essendoci un osservatorio regionale, sono state raccolte poche informazioni sulle occupazioni abusive degli alloggi popolari pubblici, anche perché i dati non sono raccolti dalla Regione. La raccolta e l’analisi dei dati sono importanti, perché l’alloggio deve andare a chi ne ha diritto e non a chi lo occupa abusivamente”.
Per Marco Fabbri (Pd) “non sono necessari ulteriori accordi perché le funzioni indicate sono in già in capo agli enti proprietari cui compete il monitoraggio sul corretto uso degli alloggi. Già nel 2019 è stata introdotta la figura degli agenti accertatori per dare supporto concreto alle Acer. L’osservatorio raccoglie i dati sulle morosità e i requisiti e puntiamo a migliorare la qualità di queste informazioni. Sul requisito della residenzialità la giurisprudenza va nella direzione di bocciare tutte quelle norme che tendono a inserire una residenza di 5 o più anni come requisito di accesso. Anche la Corte costituzionale le dichiara illegittime perché non funzionali allo scopo di garantire un alloggio alle persone bisognose”.
Marchetti ha infine replicato: “Vero che le Acer hanno già gli strumenti per accertare il mantenimento dei requisiti ma se il cittadino è straniero si fa fatica ad accedere alle informazioni nei Paesi di origine. Sarebbe opportuno rispettare il già esistente accordo con la Guardia di finanza per la segnalazione dei controlli”.
(Lucia Paci)