Sanità e welfare

Piano socio-sanitario in commissione sanità. Per il Pd è “Snello e chiaro”, M5s chiede trasparenza

Tredici interventi dagli stakeholder. Pareri globalmente positivi, osservazioni su ruolo privati e rischio frammentazione servizi. Per la prima volta seduta tradotta in lingua dei segni

Da sinistra: Roberto Zoffoli (Pd), Raffaella Sensoli (M5s), Alessandro Cardinali (Pd)

Pareri positivi ma anche alcuni punti su cui prestare attenzione per far si che le schede d’intervento trasformino i principi contenuti nel Piano sociale e sanitario 2017-2019 in realtà. Primo fra tutti il monitoraggio futuro, che comprende anche l’effettiva presenza delle necessarie coperture finanziarie per mettere in pratica tutte le azioni inserite nel Piano, ma anche la richiesta d’attenzione nella gestione degli strumenti, dei mezzi e del personale per il raggiungimento degli obiettivi. Linea positiva comune per l’integrazione delle politiche sanitarie, sociali e socio-sanitarie ma anche per la governance pubblica a capo della trasformazione a cui l’Emilia-Romagna andrà incontro con il Piano nel prossimo triennio. Richieste, critiche e apprezzamenti espressi questa mattina dai rappresentanti di enti, associazioni di categoria, del volontariato e del mondo socio-sanitario durante l’udienza conoscitiva della commissione politiche per la Salute presieduta dal vicepresidente Alessandro Cardinali (in cui per la prima volta c’è stata la traduzione simultanea nella lingua dei segni).

“È un documento innovativo che trasuda coinvolgimento- ha esordito Paolo Zoffoli del Partito democratico, relatore di maggioranza- che sarà il punto di riferimento per le politiche socio-sanitarie. È snello e chiaro e, accanto a punti fissi per il welfare regionale, inserisce schede d’intervento che serviranno per l’effettiva messa in pratica degli indirizzi. Definisce regole, tempi e relazioni tra i vari enti”. Apprezzamenti raccolti solo in parte da Raffaella Sensoli, capogruppo del Movimento 5 stelle e relatrice di minoranza. Dopo aver convenuto sulla bontà “delle linee guida” l’esponente dell’opposizione ha spostato l’attenzione sulle carenze del Piano: “Servirà molta attenzione sulle schede d’intervento, sulla medicina predittiva, sulla trasparenza e il coinvolgimento dei cittadini e sugli ospedali periferici. Un’altra carenza è quella dell’assenza di un progetto organico per aiutare le persone non autosufficienti e le loro famiglie a raggiungere l’autonomia”.

Le reazioni. Tredici gli interventi che si sono susseguiti durante la mattinata. Per Bruno Biagi di Aiop Emilia-Romagna (ospedalità privata, ndr) il Piano è “aderente alla realtà e registra i cambiamenti, però sono inseriti pochi cenni su quello che potrà fare il privato anche se credo arriveranno con le schede d’intervento”. È stato invece Augusto Pagani, dell’Ordine dei medici di Piacenza, a lanciare l’allarme e il conseguente invito alla lungimiranza per “la mancanza di medici di medicina generale. Nel Piano ci sono progetti condivisibili ma non so come potranno essere realizzati, vista l’insufficienza di medici formati per attuarli”. Per il sindaco di Fiorenzuola Romeo Gandolfi “c’è il pericolo di frammentazione dei servizi nelle Unioni di comuni”. Mentre Raffaele Tomba di Anci Emilia-Romagna ha focalizzato l’attenzione su due “importanti obiettivi: l’aggiornamento dei livelli essenziali di prestazioni sanitarie e assistenza e il riassetto del servizio sociale territoriale”. Riccardo Breviglieri di Forum terzo settore ha sottolineato come il “Piano ha messo a disposizione molti strumenti che devono essere coordinati tra loro per ottenere la massima efficacia d’azione”. Massimo Melega di Federmanager ha sottolineato come nel documento ci sia una “forte enfasi sui luoghi di confronto e poco sulle responsabilità nella gestione. Serve promuovere manager tecnici per non tagliare servizi e allo stesso tempo avere costi sostenibili”. Marco Trombini, dell’Unione italiana ciechi, dopo aver condiviso con la sala il proprio apprezzamento del documento ha invitato la politica a “non basarsi solo sulle priorità in fase di attuazione del Piano altrimenti si snatura il documento”. E la richiesta di più coinvolgimento delle associazioni dei disabili è arrivata invece da Andrea Prantoni. Giudizio positivo sul documento per Salvatore Cavini (Cna pensionati dell’Emilia-Romagna) ma anche di Walter Baldassarri, dell’associazione amici opera dell’Immacolata, e di Andrea Bottazzi del Comune di Baricella. “La governance pubblica- ha rimarcato Marina Balestrieri di Cgil- è quello che ci ha fatto condividere questo piano”. Infine Anna Baldini di Cittadinanza Attiva ha specificato come questo documento sia “quello necessario per risolvere i problemi tra trattamenti sanitari e sociali, visto che molte persone si lamentano di essere lasciate sole una volta uscite dall’ospedale”.

(Andrea Perini)

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