La chiusura di nidi e scuole, a causa della pandemia, ha creato problemi a tante famiglie con ripercussioni in particolare sulle donne. La Regione chieda al governo di estendere “la platea dei beneficiari dei congedi parentali, del bonus baby sitting e di qualunque altro strumento di conciliazione venga introdotto, riconoscendoli anche ai genitori che possono usufruire dello smart working, per consentire loro di svolgere adeguatamente le prestazioni lavorative, anche nel caso di figli in quarantena o che debbano seguire la didattica a distanza, valutando la possibilità di estendere il bonus oltre il 30 giugno 2021 per a frequenza di attività estive” Inoltre, si solleciti l’Inps ad accelerare i tempi e a mettere “in condizione le famiglie di avere risposte immediate”. Infine, la Giunta promuova “attraverso la Conferenza delle Regioni un protocollo con il Governo, che definisca tempi e modalità da agire nelle situazioni di emergenza sanitaria future che comportino restrizioni alle attività scolastiche in presenza, per garantire una chiara e corretta informazione alle istituzioni scolastiche e alle famiglie, utili a permettere alle famiglie stesse di organizzarsi per gestire al meglio l’emergenza e conciliare le diverse esigenze tra la cura dei figli e il lavoro”.
Sono le richieste contenute in una risoluzione presentata dalla consigliera Marilena Pillati (Partito democratico) e firmata da altri 12 consiglieri.
Il decreto legge n. 30 del 13 marzo 2021, Ricorda la consigliera, ha previsto 280 milioni per le misure di conciliazione (congedi parentali, bonus e altro) in favore dei genitori che lavorano. Aiuto, però, disponibile solo per chi lavora in presenza. Inoltre, il decreto elenca una serie di categorie che possono accedere al bonus baby sitting di 100 euro settimanali “escludendo quindi anche in questo caso le famiglie in cui almeno uno dei genitori (quasi sempre la donna) può svolgere la propria attività attraverso lo smart working” scrive Pillati. Il lavoro agile, sostiene la consigliera, non è una misura di conciliazione, ma una modalità di lavoro che comprende la cura dei figli o l’assistenza dei bambini durante la Dad. “E’ necessario – sottolinea Pillati – che il legislatore riconosca che il lavoro agile è una forma di lavoro a tutti gli effetti e che come tale non possa essere considerata un’alternativa a strumenti di conciliazione come congedi parentali o bonus baby sitting” così che anche questi lavoratori possano usufruire degli aiuti.
La risoluzione è stata sottoscritta anche da Marcella Zappaterra, Silvia Zamboni, Igor Taruffi, Giulia Pigoni, Palma Costi, Stefania Bondavalli, Andrea Costa, Katia Tarasconi, Federico Alessandro Amico, Roberta Mori, Francesca Marchetti e Manuela Rontini.